100 anni fa nasceva Giulietta Masina, musa e compagna di vita di Fellini

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100 anni fa a San Giorgio di Piano, a un passo da Bologna, nasceva Giulietta Masina, indimenticabile musa di Federico Fellini che si sarebbe congedata dalle luci di scena il 23 marzo 1994, a pochi mesi dalla scomparsa del marito, il Grande Riminese. Figlia di un violinista e di una maestra, Giulietta cresce a Roma, ospite di una zia milanese rimasta vedova. Frequenta le scuole in un collegio delle Orsoline dove prende confidenza con il palcoscenico, nelle recite scolastiche e poi al teatro universitario Ateneo. Comincia a lavorare alla radio nel 1942, in coppia con il celebre annunciatore Angelo Zanobini. I due interpretano le popolari avventure di Cico e Pallina (prima fidanzati e poi sposi novelli) all’interno della rubrica “Il terziglio”: a scrivere le scenette è un giovanissimo Federico Fellini. Giulietta lo sposa un anno dopo, il 30 ottobre del ’43. Nel 1945, dopo il drammatico lutto per la perdita del figlio Pier Federico morto appena 11 giorni dopo la nascita, Giulietta si laurea in lettere e torna in teatro in coppia con un giovanissimo Marcello Mastroianni con “Angelica” di Leo Ferrero. Poi sceglie ancora la radio con le nuove “Avventure di Cico e Pallina” e strappa una particina in “Paisà” di Roberto Rossellini. Da Senza pietà a La strada Nel 1948, Alberto Lattuada la vuole al fianco di sua moglie, Carla Del Poggio, nel cast di “Senza pietà”, affidandole il ruolo della giovane prostituta dal cuor d’oro Marcella. Viene subito apprezzata, ma a fatica si scolla di dosso un personaggio che pure la farà celebre: così appare in “Persiane chiuse” di Luigi Comencini, “Wanda la peccatrice” di Duilio Coletti e poi come Cabiria ne “Lo sceicco bianco”, il vero debutto del marito nel 1952, dopo Luci del Varietà, diretto a fianco di Alberto Lattuada nel 1950. Seguono “Europa 51” di Rossellini, “Ai margini della metropoli”, di Lizzani, “Lo scocciatore” di Giorgio Bianchi “Donne proibite”, di Amato, ma è la sua Gelsomina, folletto indimenticabile a fianco di Zampanò (Anthony Quinn) e il Matto (Richard Basehart) a conquistare la platea dell’Academy. “La strada” vince l’Oscar al miglior film straniero e il Leone d’argento a Venezia. Le notti di Cabiria Tre anni dopo arriva un altro titolo indimenticabile, Le notti di Cabiria, Oscar al miglior film straniero nel 1958, film dalla genesi complicata a cui Giulietta dichiarò di essere estremamente legata. Lo ricorda Gianfranco Angelucci, storico amico, collaboratore e profondo conoscitore di Federico Fellini nel libro a lei dedicato dal titolo Giulietta Masina, edito da Edizioni Sabinae – Centro Sperimentale di Cinematografia, che l’autore inaugura proprio con le parole della stessa Masina su Le notti di Cabiria: “Debbo raccontare un episodio incredibile, che mi capitò a Roma nella seconda metà degli anni ’50. Non di rado le prostitute romane, incontrandomi per caso, mi dicevano ‘A Cabiria, ciao!’. Era un atto di amicizia, di sororalità come direbbe D’Annunzio, ma io mi sentivo turbata, non che mi offendessi no, in quel grido c’erano varie componenti: affetto, devozione rispetto, una sorta di consacrazione popolare. Cabiria era apparsa ai loro occhi o al loro cuore come l’incarnazione del dramma di tante vite sbagliate, la sintesi di infiniti dolori, sofferti con coraggio”. Il legame con il Maestro Del 1965 è “Giulietta degli spiriti”, altro capolavoro felliniano a lei esplicitamente dedicato, per cui vince un David di Donatello. Il sodalizio artistico si rinnoverà ancora nel 1985, a fianco dell’amico di famiglia Marcello Mastroianni, con “Ginger e Fred”, che le vale un Nastro D’Argento. Descritta come l’altra metà del cielo nella vita di Federico Fellini, la sua personalità è rimasta spesso nell’ombra, pochi infatti potrebbero descriverla e raccontarla in tutto il suo essere. Il loro legame non è mai stato messo in dubbio nonostante tutti fossero a conoscenza della presenza, nella vita di Federico Fellini, seppur fugace e breve di “altre” donne, sempre opposte per carattere e fisicità alla sua Giulietta, porto emotivo sicuro al quale tornare sempre. Del loro non aver condiviso dei figli Fellini poi troverà il lato positivo: “Non aver avuto figli ci ha fatto diventare figlio e figlia dell’altro, così ha voluto il destino”. Indimenticabile, al pari dei loro film insieme, un momento pubblico che Giulietta ha condiviso con il marito: la cerimonia degli Oscar nel 1993. Al ricevere l’Oscar alla carriera, Federico Fellini sul palco dedica il premio a lei con queste parole: “Vorrei naturalmente, prima di tutto, ringraziare tutte le persone che hanno lavorato con me. Non posso nominare tutti, quindi lasciate che faccia un solo nome, quello di un’attrice che è anche mia moglie. Grazie, carissima Giulietta, e per favore, smettila di piangere!”. Federico Fellini se ne va il 31 ottobre del 1993 seguito cinque mesi dopo da Giulietta Masina, il 23 marzo 1994. Ai funerali di entrambi, scelta da lei, suona l’aria di Nino Rota per il balletto de “La strada”.