250 MLN DI CONTADINI E COMUNISTI INDIANI CONTRO IL GOVERNO DEI PADRONI

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Da mesi in India continuano le proteste portate avanti dalle organizzazioni contadine e sindacali, contro le leggi agricole volute dal governo filo-padronale di Modi.
Per i contadini, tali leggi mettono a rischio i loro mezzi di sussistenza e favoriscono i grandi gruppi privati.
Le proteste si sono concretizzate nel tempo dando vita al più grande sciopero della storia in termini numerici: più di 250 MILIONI di persone.
Ieri, l’enorme corteo di trattori, è degenerato in scontri accesi nella capitale Delhi.
Le organizzazioni si sono dissociate dagli autori delle violenze, ma hanno ribadito che proseguiranno nelle proteste contro le tre leggi del settore agricolo.
Forte é la presenza del Partito Comunista indiano (Marxista).
Nei disordini, cominciati quando un gruppo di dimostranti si e’ separato dal tragitto stabilito del corteo per dirigersi verso il centro citta’, e’ morto un manifestante e sono state ferite decine di persone.
La Samyukta Kisan Morcha, una rete che rappresenta 40 organizzazioni nata a novembre proprio per coordinare la mobilitazione dei contadini, ha sottolineato che “gruppi anti-sociali hanno commesso degli atti da condannare”, inflitrandosi in quella che e’ stata definita una protesta “pacifica”, probabilmente allo scopo di indebolirla.
Il Partito Comunista, rinnova la sua solidarietà agli oltre 250 milioni di contadini e lavoratori indiani e al Partito Comunista Indiano (Marxista), che non vogliono piegare la testa davanti alle pretese padronali.