Amori di Roma

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Certo che Roma ha un fascino tutto suo particolare: è conosciuta come la Città Eterna, e già questo soprannome la rende unica fra tutte le altre grandi e importanti capitali non solo europee, ma del mondo intero. Però il titolo di questa chiacchierata ha un’altra caratteristica: è una frase palindroma, cioè tale che leggendo dal fondo, si trova nuovamente la stessa frase.
Ma ci sono poi altre caratteristiche enigmistiche legate alla nostra Capitale, e le ho scoperte grazie al mio amico Federico Mussano, autore di ”Roma Enigmistica”, e già il fatto che lui sia riuscito a scriverne un libro, significa che c’è parecchio materiale da analizzare.
Per la prima curiosità invito gli amici romani o i turisti a visitare i sotterranei della Basilica di Santa Maria Maggiore: lì, all’interno della Domus romana, si legge su una parete “ROMA SUMMUS AMOR”, cioè Roma grande amore, e anche questa frase è un palindromo, come lo è il titolo di questo articolo. Accanto a questa frase, si può leggere anche “ROTAS OPERA TENET AREPO SATOR”, cioè “il seminatore tiene le ruote dell’aratro”, e questa frase, oltre ad essere palindroma, si può scrivere nelle venticinque caselle di un quadrato di lato cinque per ottenere una specie di quadrato magico; questa stessa combinazione si trova un po’ per tutta l’Europa, ma questo di Roma è forse la più antica (III sec a.C.).
In venti minuti a piedi ci si può spostare al Museo Centrale del Risorgimento, al Vittoriano. Lì si può trovare un drappo-rebus, cioè un lenzuolo esposto nel 1846, in occasione di una visita alla Chiesa di Santa Maria del Popolo da parte di Pio IX, da poco eletto. In quell’occasione il Pontefice dovette risolvere il rebus per comprendere la dedica, che terminava con il disegno di un Papavero, giacché così la popolazione valutava Pio IX: un Papa vero.
Continuiamo con le curiosità: il Palazzo del Quirinale oggi è Sede della Presidenza della Repubblica, ma in precedenza era Sede Papale, risistemata sotto Sisto V; i lavori proseguirono, e nel 1783 Pio VI diede all’architetto Giovanni Antinori l’incarico di completare i lavori, ruotando le statue dei Dioscuri, che in origine erano parallele l’una all’altra, e ponendovi in mezzo l’Obelisco rinvenuto a San Rocco, ma a un certo punto le funi che dovevano alzare il Monumento si spezzarono, e Pasquino commentò con l’anagramma ANTINORI = NON TIRAI, poiché le funi non tirarono in maniera adatta.
Abbiamo visto che occasioni per creare giochi enigmistici e per scoprire quelli fatti dai nostri predecessori ci sono, quindi incarico voi e me a individuare parole curiose e combinazioni create per il nostro divertimento.

Giorgio Dendi