Articolo Uno Rai: miracolo del Carroccio in terra francescana

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Quella del job posting che dovrebbe garantire un sano confronto per attribuire incarichi di responsabilità, calata nella palude Rai, si svilisce e diventa un modo per legittimare scelte politiche fatte a priori in barba ad ogni regola di buona gestione ma anche di buon senso.

E’ successo anche per la nomina del caporedattore dell’Umbria, con siparietti da avanspettacolo che mostrano l’operazione in tutta la sua arroganza e ingenua spudoratezza.

Intanto perché il candidato prescelto dall’amministratore delegato, ben prima del job posting proviene dal Veneto come uno degli assessori della giunta regionale. Avevamo capito che la filosofia di questo vertice aziendale era avere nelle sedi personale ben radicato alla realtà territoriale che garantisse così conoscenza del territorio e stabilità a lungo termine.

Così evidentemente preso da un irrefrenabile entusiasmo ancor prima del colloquio del job posting avvenuto agli inizi di settembre, il candidato veneto dava per certa la sua elezione alla guida della redazione di Perugia. Non solo in cuor suo ma annunciando la buona novella ad alcuni colleghi della redazione umbra.

Ed era talmente incrollabile la sua certezza che, per non perdere tempo aveva con largo anticipo contattato l’ufficio Rai di Torino, delegato agli affitti delle abitazioni destinate al personale aziendale, affermando di essere il sostituto dell’uscente caporedattore Giancarlo Trapanese e di avere già individuato un’abitazione.

In più, la voce dell’arrivo di un caporedattore veneto, data per certa dagli stessi ambienti politici della Lega, è iniziata a circolare per la regione, tanto che “Il Messaggero” ha dedicato una nota sulla sua prima pagina del 27 settembre, tre giorni prima del pensionamento di Trapanese e a decisione dell’ad Salini ancora lontana: “L’assalto veneto/Dopo l’assessore alla Sanità Coletto, anche il primo ufficio della Tgr umbra pare finire in mano veneto-leghista”.

Se si considera che nell’attuale governo del paese la Lega è all’opposizione, sembra un miracolo, o il clamoroso errore di un centrosinistra distratto che ha lasciato l’azienda, e in particolare l’informazione regionale, in mano alla Lega e al centrodestra.