(ER Coraggiosa): associazioni impossibilitate a effettuare spettacoli

0
50

L’assessore Felicori ha parlato di una “decisione non coerente” e della necessità di “agire” per risolvere “l’errore commesso in sede legislativa”

“Ancora una volta le associazioni sono state discriminate. Con il decreto legge riaperture, infatti, non si dà la possibilità alle associazioni di effettuare spettacoli quando al contrario da ieri, fortunatamente, i luoghi della cultura sono aperti al pubblico”. Così Federico Amico (ER Coraggiosa) durante l’illustrazione dell’interrogazione a risposta immediata con cui ha chiesto alla Giunta “di sostenere nella Conferenza Stato-Regioni la necessità di emendare e integrare il testo per consentire alle attività associative di svolgere attività di spettacolo, parimenti agli altri soggetti commerciali”. Una richiesta pienamente sposata dall’assessore alla cultura Mauro Felicori, che in Assemblea ha rimarcato la “necessità di risolvere questo discrimine”.

Il titolare della Cultura in Regione ha aggiunto: “È una decisione non coerente e che colpisce quel tessuto associativo prezioso per la vita della comunità. Si sta riproponendo la stessa discriminazione andata in scena con la somministrazione di bevande e alimenti. Dobbiamo agire. Abbiamo già chiesto un parere alla prefettura di Bologna per vedere se a legislatura data è possibile aprire uno spiraglio in sede interpretativa. Abbiamo chiesto, inoltre, attraverso la conferenza Stato-Regioni, la necessità di chiarire la norma in sede di conversione del decreto legge o di modifica del dpcm. L’errore è stato fatto in sede legislativa e lì dovrà essere risolto”.

Il consigliere ha accolto di buon grado le parole di Felicori, ribadendo il proprio impegno sulla situazione: “Continueremo a vigilare”. Nell’atto, firmato anche dal capogruppo di ER Coraggiosa Igor Taruffi, si legge: “Sul territorio emiliano-romagnolo sono numerosi i luoghi di spettacolo organizzati in forma associativa, che spesso, però, non si configurano come luoghi “aperti al pubblico”, bensì riservati ai soci. Nella fase attuale di riaperture non si può considerare positivo un eventuale discrimine che replichi le incongruenze dei provvedimenti precedenti”, come quello della somministrazione di cibo e bevande, “mantenendo ovviamente le stesse condizioni indicate per i luoghi di spettacolo, come riportato nel decreto”.

(Andrea Perini)