AVASTIN-LUCENTIS: COSA SI NASCONDE NELLE CARTE DELL’INCHIESTA

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di Mario GIORDANO

“Sette su dieci fra i malati di maculopatia in Italia non si curano o si curano in modo non adeguato”. Matteo Piovella presidente della Società oftalmologica italiana entra nel mio ufficio come una furia. Un fiume di parole, inarrestabile: da dieci anni si batte rischiando in prima persona per portare alla luce lo scandalo Avastin-Lucentis. E nonostante le delusioni non ha ancora perso l’energia. Ci sono circa 100mila persone che rischiano la vista. Esistono farmaci per poter intervenire. E non si riescono ad utilizzare… possibile che non interessi a nessuno? Lo incontro la prima volta una mattina di settembre. E’ molto preoccupato. Dopo anni di denunce ed indagini, il caso per cui ha dato l’anima sta per arrivare in tribunale penale. Ma la persecuzione è alle porte e lui non si dà pace. Avrebbe potuto essere ilprocesso più importante degli ultimi anni, afferma il suo avv. Riccardo Salomone. Si sa come andrà a finire… tanto tempo e tanti rinvii per affossare il tutto. E l’opinione pubblica? Magistralmente guidata. Nel novembre 2011 l’ass. Federeanziani protesta per il rincaro prezzi tra Avastin e Lucentis, poi all’improvviso cambia idea. Come mai?… Certo si deve contrastare Piovella, uno dei pochi che non si rassegna a far pagare un farmaco undici volte più caro di quello che costa. Si pensi che nel settembre del 2012 l’azienda farmaceutica Novartis scrive, nel documento “Budget Review” che Avastin va tolto dal mercato oftalmico escludendolo dalla lista 648. Nel 18 ottobre l’agenzia pubblica AIFA esclude Avastin dalla lista 648 ossia dai farmaci di fascia A. Fa esattamente ciò che veniva auspicato dalla multinazionale. Pura coincidenza? Atto inevitabile? Scelta obbligata? Può darsi. Ma sarebbe bello sgomberare il campo da ogni sospetto. Così come sarebbe bello capire perchè il lobbista di Novartis chiama il segretario dell’allora ministro della Salute Beatrice Lorenzin chiedendogli di fare in modo che non sia il ministro in persona a rispondere all’interrogazione parlamentare sul delicato tema in questione, altrimenti “si aprirà il caso” dove tra l’altro all’interrogazione risponderà il sottosegretario. Sarebbe bello capire se realmente, come risulta dalle telefonate dei dirigenti delle multinazionali, laquestione era considerata così rilevante che il presidente di Novartis cercò di parlare con l’allora ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan a Davos e il capo mondiale di Roche cercò di fissare un appuntamento con l’allora premier Matteo Renzi. Sarebbe bello capire se quei colloqui ci sono stati davvero. E sarebbe bello capire perchè i dirigenti delle multinazionali sembrano così soddisfatti della partecipazione di Antonio Catricalà, ex consigliere di Stato al convegno sui farmaci organizzato a Milano dal Mulino e casualmente sponsorizzato da Novartis. Sarebbe bello se tutto questo si potesse chiarire.

Tratto dal libro

SCIACALLI – VIRUS, SALUTE E SOLDI