Bce: Recovery Fund fondamentale per finanziare le riforme e favorire la crescita

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La Banca centrale della Ue prevede un’espansione incentrata sul debito pari all’1% del Pil dell’eurozona sino al 2024, grazie ai fondi Next Generation.

Il Next Generation Ue (Ngeu) permetterà il rilancio dei Paesi più colpiti dalla pandemia e la ripartenza dell’eurozona. E’ quanto prevede il bollettino rilasciato dalla Banca Centrale Europea (Bce) che stima la crescita media aggiuntiva pari all’1% del Pil dovuta agli investimenti strutturali finanziati con i fondi europei.

“Gli investimenti aggiuntivi” del piano Next Generation Ue “svolgeranno un ruolo di primo piano nel sostenere la ripresa, una volta terminata la pandemia”, scrive la Bce nel bollettino. “Tale strumento – prosegue – produrrebbe un’espansione di bilancio incentrata sul debito pari, in media, a circa l’1 per cento del Pil nell’area dell’euro, nel periodo 2021-2024”.

“La maggior parte degli interventi” finanziati dal piano “dovrebbe essere destinata agli investimenti e alle riforme strutturali volte a favorire la crescita”. Sarà “importante garantire l’addizionalità di tali spese rispetto a quelle nazionali, in modo che i fondi erogati dall’Ue non si sostituiscano alla spesa pubblica nazionale per investimenti”, spiega ancora la Bce. In ogni caso la sovrapposizione di questi due investimenti “sarebbe comunque uno stimolo, poiché le sovvenzioni dell’Ue non aumentano il debito pubblico”, precisa Francoforte.

Incertezza nell’eurozona

L’inizio delle campagne di vaccinazione rappresenta un traguardo importante nel percorso per uscire dall’emergenza sanitaria, ma per la Bce pandemia continua a porre seri rischi per la salute pubblica. In particolare Francoforte individua nelle rigide misure di contenimento volte a contenere i contagi, un serio rischio per le economie dell’area dell’euro e del resto del mondo.

Nell’Eurozona “l’incertezza permane su livelli elevati, anche riguardo all’evoluzione della pandemia e alla velocità delle campagne di vaccinazione” e il perdurare dell’emergenza mantiene “le prospettive mondiali orientate al ribasso”, per cui “il Consiglio direttivo resta pronto ad adeguare tutti gli strumenti a sua disposizione”.

Nel 2020, dopo il “il brusco e profondo calo” del primo trimestre, l’economia ha visto un forte recupero nel terzo trimestre, ma la crescita potrebbe tornare in rosso nel quarto trimestre con una variazione negativa del Pil.
Rafforzare la fiducia

A pagare di più lo stop all’attività produttiva è stato il settore dei servizi, mentre quello manifatturiero continua a mostrare “una buona tenuta”, spiega Francoforte che continua a ritenere necessario “un ampio grado di stimolo monetario” per continuare a garantire a tutti i settori economici condizioni di finanziamento favorevoli nel periodo della pandemia.

Una politica espansiva contribuirà a “ridurre l’incertezza e a rafforzare la fiducia, ciò incoraggerà la spesa per consumi e gli investimenti delle imprese, sostenendo l’attività economica e salvaguardando la stabilità dei prezzi nel medio termine”, secondo la Bce.