Beghin (M5S): “UE adotti etichettatura obbligatoria su durata dei prodotti”

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“Il diritto alla riparazione è un elemento fondamentale dell’economia circolare che purtroppo è stato sempre trascurato, in Europa e soprattutto in Italia, dove in passato ci si è concentrati troppo sul riciclo dei materiali e del recupero dei rifiuti. Con altrettanta energia dobbiamo dedicarci alla prevenzione, cioè ad evitare che molti prodotti diventino rifiuti. Dalla Commissione europea ci aspettiamo una inversione di rotta: per raggiungere questo obiettivo serve un’etichettatura obbligatoria armonizzata che indichi la durabilità e riparabilità dei prodotti attuando così una vera lotta all’obsolescenza programmata a livello europeo. Secondo un sondaggio Eurobarometro, infatti, il 77% dei cittadini dell’UE preferirebbe riparare i propri dispositivi piuttosto che sostituirli e oltre il 79% ritiene che dovrebbe vigere l’obbligo per i produttori di semplificare la riparazione dei dispositivi digitali o la sostituzione delle singole parti. Dobbiamo ascoltare i cittadini e aggiornare il sistema di etichettatura a livello europeo”, così Tiziana Beghin, capodelegazione del Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo durante un intervento al webinar organizzato dal Movimento 5 Stelle dal titolo: “2021 anno del diritto alla riparazione”.

“Il Parlamento europeo ha fatto la sua parte votando lo scorso 25 novembre una risoluzione sulla sostenibilità nel mercato unico europeo. In questo testo abbiamo evidenziato l’importanza del riutilizzo e della riparazione dei prodotti circolanti nel mercato unico, sensibilizzando anche i consumatori sull’impatto ambientale delle loro scelte di consumo. Tuttavia, questo voto non è vincolante e dalla Commissione non arriva nessuna apertura. Alcuni Paesi europei hanno deciso di fare da soli: la Francia, ad esempio, ha recentemente implementato un indice di riparabilità da 1 a 10 per alcuni prodotti come smartphone, laptop, lavatrici e tagliaerba. Quest’informazione sarà indicata in etichetta e permetterà ai consumatori francesi di capire se il prodotto che acquistano è facile da riparare o meno. Se vogliamo spostarci da un concetto lineare di economia ad uno circolare, sarà necessario fare molto di più a livello europeo così da garantire il diritto alla riparazione cambiando al contempo il nostro paradigma culturale di consumo”, conclude Beghin.