Bilancio, di Gianfranco Torriero (Vice Direttore Generale dell’ABI)

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Tratto da “ Lessico Finanziario “ di Beppe Ghisolfi – ARAGNO Editore

Il bilancio di esercizio è un documento contabile e informativo redatto annualmente per rappresentare la situazione patrimoniale e finanziaria e il risultato economico dell’esercizio di una società o di un ente o di uno stato sovrano; è costituito dallo stato patrimoniale, dal conto economico e dalla nota integrativa. Le norme in materia di bilancio prevedono che lo stesso sia corredato da una relazione degli amministratori sulla situazione della società e sull’andamento della gestione, nel suo complesso e nei vari settori in cui ha operato, anche attraverso imprese controllate, con particolare riguardo ai costi, ai ricavi e agli investimenti. Anche se non è parte integrante del bilancio, la relazione sulla gestione assolve ad una funzione descrittiva ed esplicativa e completa le informazioni desunte dallo stato patrimoniale, dal conto economico, dalla nota integrativa. Quindi, il bilancio d’esercizio non è soltanto un insieme di documenti da redigere secondo gli obblighi di legge, ma è la fonte principale d’informazione dei dati economici, patrimoniali e finanziari dell’impresa per tutti i portatori di interesse nei suoi confronti: creditori, dipendenti, clienti e fornitori, organi statali di controllo, fisco, pubblica amministrazione, azionisti di maggioranza e di minoranza. Nell’ottica di una maggiore trasparenza, i documenti di bilancio sono pubblici: gli stessi devono essere depositati presso la Camera di Commercio competente per territorio che li archivia e li mette a disposizione di chiunque ne faccia richiesta, sia in forma cartacea sia informatica. È anche un utile strumento di controllo di gestione per impostare, attraverso opportune comparazioni ed analisi, un giudizio d’insieme sull’andamento della gestione svolta. La forma del bilancio suindicata è quella richiesta dai principi nazionali contenuti nel Codice Civile italiano e utilizzata dalla grande maggioranza delle società italiane. L’Unione Europea, con un apposito regolamento del 2002, ha introdotto l’obbligo di utilizzare i principi contabili internazionali, noti come IFRS (International Financial Reporting Standards), evoluzione degli standard IAS (International Accounting Standards), con i quali tuttora coesistono, tanto che gli standard effettivamente in uso sono denominati IAS/IFRS. Tale obbligo è entrato in vigore con i bilanci chiusi o in corso al 31 dicembre 2005 per i bilanci delle banche, delle società di assicurazione, delle società finanziarie e per i bilanci consolidati di tutte le società per azioni quotate in Borsa. L’obbligo si è esteso anche ai bilanci d’esercizio delle società quotate con i bilanci chiusi o in corso al 31 dicembre 2006. L’intento dell’introduzione dell’obbligo di utilizzare gli IAS/IFRS è quello di rendere più confrontabili i bilanci delle società, anche di paesi diversi, che utilizzano questi principi, prima difficilmente comparabili, data la presenza in quasi ogni Paese di propri principi contabili nazionali.