Bonetti: “Servono norme sulla rappresentanza. La parità parte dalla famiglia”

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«Non ho mai incontrato donne-figurine in politica, ma donne con una grande dignità e autonomia. C’è piuttosto un modo di raccontarle così. Però ora, davanti alle sfide che attendono il Paese, le donne abbiano di diritto uno spazio nelle forze politiche. In concreto avevo già proposto una legge per il riequilibrio della rappresentanza nei luoghi istituzionali elettivi e nelle Authority e ho istruito e proporrò un piano strategico per la parità di genere». Elena Bonetti, Italia Viva, docente di Matematica, 46 anni, scout di formazione, è stata riconfermata Ministra alle Pari Opportunità e alla Famiglia nel governo Draghi.

Era già tornata a lavorare all’Università. Pensa a un pacchetto di misure per la parità, a una sorta di Women Act «Sulle donne va fatto un passo avanti evinta l’arretratezza italiana», dice.

Ministra Bonetti, se l’aspettava che la prima grana del governo Draghi fossero le donne: troppo poche in squadra?
«Ho conosciuto la sensibilità del premier Draghi e sono certa promuoverà il protagonismo femminile, come del resto il presidente Mattarella ha sempre raccomandato. In questo governo ci sono donne di altissimo profilo. Cito ad esempio, le figure istituzionali e tecniche, come Marta Cartabia, Maria Cristina Messa, Luciana Lamorgese. Aggiungo però: non è la composizione di questo governo a dire che c’è un problema di rappresentanza femminile nella nostra società. Questa disparità è una evidenza che riguarda tutti i settori. Le donne devono esserci di più in tutti gli ambiti lavorativi, istituzionali e politici».

Ma le politiche per le Pari opportunità da lei già intraprese sono finite in un nulla di fatto? Ora cosa pensa di fare, una sorta di Women Act?
«Intanto oggi tutti riconoscono che affrontare la questione femminile è prioritario. Io ho istruito e porterò avanti un piano strategico per la parità di genere che il nostro Paese non ha mai avuto. Abbiamo aperto un percorso, ricordo la decontribuzione del lavoro femminile e il fondo per l’imprenditoria delle donne. Dobbiamo fare molti altri passi, fino a imprimere un nuovo slancio e cambiare l’inerzia del sistema. Occorre anche mettere in atto quelle misure già previste nel Family Act, come l’aumento dei giorni di congedo di paternità, ma non solo. Chi pensa di parlare di parità di genere senza affrontare le politiche familiari non considera che è in famiglia che si insinuano le prime disuguaglianze. Alle donne è chiesto di scegliere tra la famiglia e il lavoro. Agli uomini non è chiesto».

Recovery, le donne sono in partita?
«È la partita del futuro e proverei a dirla così: chiediamo cosa possono fare le donne per il futuro di tutti. Il Recovery Plan del governo Draghi sarà all’altezza anche su questo punto».