Calenda: “Basta Conte, solo Draghi salva Italia”

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Governo – “Io penso a un governo di queste forze”, parte dei 5 Stelle, Pd, Fi e liberali “che si riconoscono nell’Europa e nei valori delle democrazie liberali che fanno un governo di bravi amministratori guidato da una grande personalità. Così si salva il paese”, afferma Calenda che aggiunge: “Altrimenti da marzo a fine anno assisteremo allo sgretolamento della Repubblica: la crisi economica esploderà in tutta la sua brutalità, il piano vaccinale non funzionerà e il Recovery plan non lo presenteremo e l’insieme di queste tre cose porterà a una crisi generalizzata. Dall’altra poi abbiamo Salvini e Meloni, anche loro non hanno mai amministrato nulla e allora ricominceremo da capo”. “Questa cosa va fermata se si ha la forza per farlo” ovvero il governo Conte, prosegue. “Se poi il Pd manda avanti Renzi e non dice che vuol fare, se Renzi non si capisce che vuol fare e ogni giorno ne dice una, allora verranno tutti travolti. Sarà il suicidio di massa di una classe politica”. Calenda auspica dunque un governo Draghi, ma chi lo dovrebbe sostenere? “Io penso a un governo politico, dove ci sono gli amministratori e gli schieramenti che sostengono in Europa la Von der Leyen: un pezzo del M5S meno matto, il Pd, i liberali e Forza Italia perchè sono le grandi famiglie politiche europee”.

Conte – “Ho proprio un’avversione per Giuseppe Conte, ho un’avversione per i trasformisti e per le persone che usano la retorica al posto della serietà. Quindi, per me è non classificato”, afferma Calenda rispondendo così alla domanda sul voto da dare al premier per questo 2020.

Renzi – “Renzi? O tu hai chiara l’idea di dove vuoi approdare e allora dici cari signori questo governo non funzione, abbiamo sbagliato, io ho sbagliato e ora ci vuole un governo Draghi o Giovannini con bravi amministratori e sai di poterci arrivare oppure questo tiro e molla nel mezzo della pandemia e del piano vaccinale fa ridere”, dice ancora il leader di Azione, all’Adnkronos. “Se Renzi ha la ragionevole certezza di arrivare a un governo Draghi, ben venga. Ma se finisce con un Conte ter e due ministri a Renzi, va preso a pernacchie”.

Recovery – Il governo Conte è in grado di gestire i fondi del Recovery? “Assolutamente no. Non vedo il governo Conte in grado di farlo ma neanche la classe politica italiana è in grado di fare questo lavoro”, ha affermato Calenda.

Pd – Che voto a Nicola Zingaretti per il 2020? “”Nicola ha fatto bene come amministratore del Lazio, è stato un bravo amministratore regionale in un momento di grave difficolta, quindi gli do 8″. E come segretario del Pd? “Come segretario del Pd non mi posso esprimere, sono fatti degli iscritti del Pd”. C

Sindaco Roma – “Non sono contrario alle primarie, sono contrario al fatto di rimandare questa cosa sine die”, dice Calenda parlando della candidatura a sindaco di Roma e del rapporto con il Pd. Il leader di Azione, convinto che la pandemia non renderà possibile lo svolgimento delle primarie a stretto giro. E si rivolge ai dem: “Vogliamo trovare una strada alternativa? Ci sediamo e cerchiamo di concordare un vicesindaco, un ticket, un programma, facciamo un lavoro di questo tipo, altrimenti a un certo punto sarò costretto a partire perché non posso continuare ad essere un candidato che non può presentare il suo programma perché in attesa di Godot di queste primarie che non arrivano. A fine gennaio parto, chi c’è c’è”, rimarca. “Perché nel frattempo -incalza- Virginia Raggi sta inaugurando ogni tombino di Roma, la destra candiderà qualcuno e noi rimarremo li a dire: aspettate, vediamo se si possono fare le primarie”.

“Il Pd in questa città ha fatto in passato delle cose buone, più recentemente non si è distinto precisamente per una classe dirigente straordinaria e allora c’è una questione che pongo anche io al Pd: se si fa un programma di vero cambiamento e rinnovamento, io sono felice di avere un coalizione larga ma se ci sediamo e per esempio mi dicono ‘no guarda Ama dentro Acea non ci può andare perché i sindacati di Ama non vogliono’ e beh, amici miei, io preferisco andare da solo”, ha aggiunto. “Non ho nessuna intenzione – insiste il leader di Azione – di fare una coalizione per poi arrivare magari a fare il sindaco e la mattina dopo trovarmi con una assemblea capitolina che mi blocca ogni provvedimento come è stato col povero Ignazio Marino, cui hanno fatto esattamente questo scherzo. Questa roba qua non la farò succedere, preferisco rischiare andando con una lista civica, costruendo una classe dirigente. Questo confronto col Pd va fatto, sennò non ci sono le premesse ma non lo vogliono fare questo confronto”.

“Roma è l’unica capitale al mondo che va peggio del paese che rappresenta. C’è un problema di ordinaria amministrazione a Roma, altro che poteri speciali, non si riescono a fare neanche le cose ordinarie, è questo che è folle”, commenta poi Calenda sottolineando: “Quando hai fuori controllo la questione dei trasporti, dell’immondizia, del decoro urbano, dell’illuminazione, della sicurezza…non è che ci vogliono i poteri speciali e rispetto a questo”.