Carburanti: Bernardis (Lega), proroga dello sconto è scelta importante

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Trieste – “Plaudo alla volontà dell’amministrazione regionale di proseguire con il super sconto carburanti fino al 28 febbraio. Si tratta di un’importante misura sia per i cittadini che si trovano in situazione di difficoltà economica a causa della pandemia, sia per i gestori delle aree di servizio che vedono i volumi di vendita tornare a quelli antecedenti alla dismissione della Zona Franca”.

La considerazione arriva, in una nota, dal consigliere regionale della Lega, Diego Bernardis, che commenta positivamente la volontà del governatore Massimiliano Fedriga e dell’esponente della sua Giunta, Fabio Scoccimarro, di prorogare il super sconto sui carburanti almeno fino al 28 febbraio 2021, e cita alcuni dati di vendita di carburanti afferenti alla città di Gorizia.

“Si pensi – fa notare Bernardis – che sul territorio comunale di Gorizia nel 2019 sono stati venduti 4.771.442 di litri di carburanti, nel 2020 invece, a causa dei confini chiusi con la Slovenia per la pandemia e grazie al super sconto regionale, i litri venduti sono aumentati a 6.404.714 nonostante il lockdown e le pesantissime limitazioni agli spostamenti”.

“Il dato – prosegue l’esponente del Carroccio – diventa ancor più eloquente se prendiamo a riferimento il solo mese di dicembre, visto che da 390.991 litri venduti del 2019, nel 2020 c’è stato un incremento pari al +143,9%, con 953.638 litri venduti”.

“Condivido e rilancio l’appello fatto dall’assessore regionale all’Energia, Fabio Scoccimarro – aggiunge Bernardis – poiché è urgente che il Governo nazionale inizi a fare la sua parte e compartecipi agli sconti sui carburanti. Quando la Regione non potrà più sostenere da sola la misura degli sconti, se contestualmente i confini dovessero riaprire, ci troveremo dinanzi a un’ulteriore profondissima e pericolosa crisi per il settore dei rifornimenti”.

“Per il Friuli Venezia Giulia – prosegue il consigliere – la tematica del pieno oltreconfine è di prioritaria importanza, visto che annualmente sulla nostra fascia confinaria si perdono centinaia di milioni di euro in Iva e tasse che si riversano copiose al di là del confine e che, invece, se restassero in Italia, potrebbero servire a garantire servizi essenziali per i nostri cittadini, fra cui la Sanità regionale”.

“Occorre al più presto armonizzare l’economia di confine – conclude Bernardis – prevedendo un’area cuscinetto che possa limitare la desertificazione economica che interessa i nostri territori più svantaggiati, che pagano la concorrenza degli Stati confinanti dove la fiscalità, la burocrazia e le tariffe sono decisamente più leggere rispetto a quanto devono sopportare le attività italiane”.