CARLA CUCCU (COMMISSIONE SANITA’ M5S) SU OSPEDALI DI BOSA E GHILARZA

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“Il numero dei medici è insufficiente, mancano inoltre chirurghi, psichiatri, rianimatori, anestesisti, infermieri. A Ghilarza, in particolare, il personale medico conta tra i 100 e i 150 giorni di ferie in arretrato. Il centro d’ascolto per le patologie degli anziani e i disturbi comportamentali è seguito da due sole infermiere. A Bosa la situazione non è tanto diversa. La Sanità è senza dubbio la prima emergenza regionale a cui dare risposte concrete. Sono strettamente necessari nuovi concorsi, con la previsione di una riserva per i medici sardi”.

E’ un lungo elenco di criticità e situazioni al limite quello stilato dalla segretaria della Commissione Sanità Carla Cuccu, impegnata nella seconda tappa del tour della Commissione regionale presieduta da Domenico Gallus negli ospedali sardi, questa mattina in visita ai presidi di Bosa e Ghilarza. Un sopralluogo a tappe cha parte dalla periferia, perché massima attenzione venga riservata proprio a tutte quelle realtà che soffrono criticità e disservizi maggiori.

“Nell’ospedale di Ghilarza vengono serviti 35 mila pazienti. Questa mattina – prosegue Cuccu – siamo stati accolti da un paziente di 101 anni che ci ha pregato di lavorare per garantire i servizi. Sono convinta che ogni presidio debba essere valorizzato e dotato di una specifica mission, in caso contrario avremo un progetto sanitario destinato al fallimento sicuro”.

“Ciò che manca è una programmazione gestionale che formi il personale in tempo utile. È urgente un censimento della pianta organica. Per avere una buona Sanità bisogna ripartire dalle risorse umane”.

La consigliera del M5S prende inoltre posizione nel dibattito aperto in Consiglio comunale a Oristano, “sterile e inutile. Convinta che gli ospedali di Ghilarza e Bosa sono presidi sanitari necessari ed utili per il territorio, e che per legge devono coesistere accanto al San Martino di Oristano in termini di complementarietà e non in contrapposizione.”.

Per quanto riguarda l’ospedale di Bosa, aggiunge “abbiamo riscontrato che al momento possiede l’organico previsto per legge, ma nel reparto di Medicina i medici dell’ospedale Mastino lamentano 10 posti letto in più rispetto a quelli previsti per legge, la mancanza di anestesisti e sollecitano la presenza di specialisti in struttura. Altro punto debole riguarda le urgenze, non previste, ma necessarie laddove dovessero manifestarsi criticità in sede chirurgica”.

In sostanza, “la rete ospedaliera rispecchia quanto previsto dal DM70. Il problema riguarda le falle nella sua applicazione, a macchia di leopardo, da migliorare assolutamente. Lo dobbiamo ai pazienti e alle eccellenze professionali che con grandi competenze e voglia di migliorare il sistema sanitario, chiedono di poter lavorare nei territori e garantire le cure agli aventi bisogno”.