Corea del Nord. Kim Jong-un: “Gli Stati Uniti nostro nemico più grande”

0
49

La Corea del Nord torna a parlare degli Stati Uniti. Se finora, l’argomento era entrato nella discussione politica solo sotto il profilo delle sanzioni internazionali, adesso il leader Kim Jong-un non usa mezzi termini. “Gli Stati Uniti sono “il nostro più grande nemico”, ha detto intervenendo a una sessione dell’Ottavo Congresso del Partito dei Lavoratori. Kim ha indicato dunque il ricorso alla deterrenza nucleare come unico possibile antidoto a quello che viene considerato “il più grande ostacolo alla nostra rivoluzione”. Dopo mesi di silenzio, il leader nordcoreano ha per la prima volta accennato al cambio di presidenza e all’imminente insediamento di Joe Biden dicendo che la politica statunitense non cambia “indipendentemente da chi è al potere” e nuovamente esortando Washington a ritirare le sanzioni internazionali. Ha poi minacciato di espandere l’arsenale nucleare di Pyongyang, nell’apparente tentativo di fare pressioni sul governo entrante, spiegando che “non userà le sue armi nucleari a meno che le ‘forze ostili’ non intendano usare prima le proprie contro il Paese”. La Corea del Nord, ha aggiunto, deve rafforzare ulteriormente la sua capacità militare e nucleare, poiché aumenta il pericolo di un’invasione degli Stati Uniti e ha ordinato ai funzionari di sviluppare missili con testate multiple, missili nucleari subacquei, satelliti spia. Annunciando che la Corea del Nord ha completato i piani per un sottomarino a propulsione nucleare che “sta per entrare nel processo di esame finale”, ha detto, che “niente sarebbe più sciocco e pericoloso che non rafforzare instancabilmente la nostra potenza e avere un atteggiamento accomodante in un momento in cui vediamo chiaramente che le armi all’avanguardia del nemico vengono aumentate più che mai”. Secondo il leader nordcoreano pace e prosperità nella penisola si possono raggiungere solo “quando costruiamo costantemente la nostra difesa nazionale e sopprimiamo le minacce militari statunitensi”. Non si sa quanto durerà il Congresso, il primo dopo cinque, convocato in un momento difficile per il Paese, nella morsa della pandemia, delle sanzioni e dei disastri naturali che hanno minato l’economia