Di Battista rimane alla finestra. Nessun nuovo movimento

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Si muovono solo gli azzeccagarbugli oltre che gli stracci e le vettovaglie. Parola d’ordine ricucire, in nome dell’eccezionalità del momento e del fattaccio. Ma più si deposita la polvere della tempesta, più il destino del Movimento sembra dipendere anche dai suoi compagni d’ammucchiata. Basterebbe infatti un loro guizzo da tempi d’oro per ricompattare graniticamente il Movimento e riportarlo sulla retta via. Le trappole sulla prescrizione sono state furbescamente disinnescate in nome delle consuete riforme generali da realizzarsi alle calende greche. Ma il lupo perde solo il pelo. Per salvare il Movimento basterebbe che a qualche compagno d’ammucchiata venisse in mente d’istituire che ne so, un ministero per la transizione lobbistica oppure un ministero per la transizione mafiosa o massonica. Un dicastero ombra ovviamente, ma attivo nell’istituzionalizzare certi atavici vizietti nostrani che negli ultimi tempi se la sono passata malino anche a causa degli ex marziani del Movimento. Ma se un nuovo ministero fosse un progetto troppo ambizioso, basterebbe qualche emendamento introdotto di soppiatto per incentivare che ne so, la corruzione anche a livello scolastico oppure l’impunità non solo dei ricchi e dei potenti ma anche dei poveri cristi. A quel punto anche i più fanatici e ferrei governisti del Movimento potrebbero provare un sussulto d’orgoglio e tornare all’opposizione alla velocità della luce. È quello che auspicano tanti portavoce che hanno votato la fiducia ai draghi turandosi il naso col calcestruzzo. Hanno già le valige belle e pronte e alla prima schifezza si precipiteranno all’uscita in un nanosecondo. I compagni d’ammucchiata del Movimento lo sanno benissimo. Sanno che gli ex marziani sono divisi, sanno che stanno soffrendo. E ci godono come dei matti. La fine del Movimento è sempre stato il loro sogno ed oggi sono ad un passo dal realizzarlo. Hanno in mano i ministeri chiave. Hanno i numeri in parlamento. Ed hanno pure gli ammennicoli degli ex marziani tra le dita. Possono sia strappare le loro bandiere che impedirgli di piantarne di nuove a partire dalla transizione tapioca con scappellamento green. Ma occhio al paradosso. Per ora ai compagni d’ammucchiata conviene procedere con cautela. Se gli ex marziani tornassero all’opposizione potrebbero infatti recuperare consensi e centralità. Molto meglio rosolarli piano piano, tenendoli alla corte di Draghi. Più walzer balleranno insieme, più gli ex marziani si lacereranno e si rovineranno la reputazione residua. È tutta una questione di tornaconto. I compagni d’ammucchiata guarderanno i sondaggi, faranno due calcoli e solo quando gli converrà sfrutteranno il primo scazzus belli per far saltare tutto. Col mantra dello spirito repubblicano che di colpo lascerà spazio a quello della sovranità popolare. Non resta che stare alla finestra. Come Di Battista e come la base marziana che non si rassegna ad essere ex. Per il momento a muoversi sono solo gli azzeccagarbugli oltre che gli stracci e le vettovaglie. Ma più si deposita la polvere della tempesta, più il destino del Movimento sembra dipendere anche dai suoi compagni d’ammucchiata. Dal loro tornaconto e da un loro guizzo da tempi d’oro che potrebbe ricompattare graniticamente il Movimento e riportarlo sulla retta via alla velocità della luce.
Tommaso Merlo