Divieto di spostamento tra Regioni: tutti gli scenari possibili

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TANGENZIALE SUD TORINO, TRAFFICO, AUTOMOBILE

A governo fatto, la decisione sulla proroga del divieto di spostamenti tra Regioni sarà priorità assoluta per Mario Draghi e i futuri ministri e sottosegretari. Un eventuale slittamento sul giuramento del nuovo esecutivo, previsto in settimana, potrebbe chiamare in causa ancora una volta il governo dimissionario a esprimersi su una misura importante e attesa. “Siamo sulla lama di un rasoio che potrebbe farci precipitare nel peggio, bisogna assolutamente prorogare il blocco degli spostamenti tra Regioni”, è il commento del virologo Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario Irccs Istituto ortopedico Galeazzi di Milano che lapidario boccia la riapertura delle piste da sci. Nei prossimi giorni, dal 17 o 18 febbraio, dovrebbero riaprire anche gli impianti sciistici, almeno così emerge in Valle d’Aosta nonostante le incognite sulle decisione ancora da prendere a Roma. Da discutere ci sono l’autorizzazione alla riapertura degli impianti fino agli spostamenti tra le regioni ‘gialle’. E semmai ci sarà il via libera, il mondo dello sci dovrà recepire la capienza massima, in modo da gestire la vendita degli skipass, e sapere l’eventuale possibilità o meno di accogliere i turisti provenienti da fuori regione. Senza un governo a Palazzo Chigi, i commenti ‘ a titolo personale’ di esponenti politici e della sanità sono affidati perlopiù ai social. “Sì a ristoranti la sera e a cinema e teatri, pensare a palestre, ma rimandare gli spostamenti tra Regioni“”, scrive il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri. “Nonostante io sia un ‘aperturista’, perché favorevole all’allentamento di alcune misure di contenimento attualmente in vigore, in questo momento andrei per gradi, non sappiamo ancora se sarà un compito affidato al nuovo Governo o a quello uscente, ma ciò che conta – sottolinea – è che gli italiani non verranno lasciati senza un provvedimento che garantisca la loro protezione”. Richiesti anche nuovi equilibri sulle riaperture di bar, ristoranti, palestre, teatri, cinema e musei. Tutti sono d’accordo sul riprendere le attività in modo progressivo, pensando anche alle palestre e agli sport di contatto. Decisioni difficili che preoccupano la comunità scientifica, orientata in larga maggioranza a mantenere ancora il blocco degli spostamenti tra le Regioni e concedere qualcosa in più alle attività lavorative che hanno subito maggiormente le restrizioni. Il vero problema sono le varianti del Covid-19, più aggressive e molto veloci nel diffondersi. Dunque, gli spostamenti tra Regioni potrebbero mettere a rischio il lavoro di monitoraggio sulla diffusione del virus. La variante brasiliana, ad esempio, non va sottovalutata. “Serve un sistema di valutazione, cosiddetto ‘sentinella’, che in modo efficiente intercetta delle mutazioni rispetto sia al focolaio, quando però il problema si è già creato, ma meglio prima che si crei il focolaio, facendo una mappatura costante”, è l’opinione del professore Massimo Galli, direttore di malattie infettive all’ospedale Sacco di Milano. Tra gli scenari possibili avanza una possibile proroga. La vaccinazione è ancora in fase iniziale e la gradualità del ripristino delle relazioni sociali è fondamentale per scongiurare ondate successive. Stabilire tempi e modalità delle riaperture è fondamentale. Un errore, oggi, sarebbe disastroso.