“Draghi si assume il compito difficile di guidare l’Italia fuori dalla pandemia”

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Così titola a tutta pagina Financial Times. Biani disegna un’infermiera che riflette sulla crisi e sulla sua vita: “Continua lo stallo. 500 morti al giorno”. Liberi di pensare che sia terrorismo psicologico, che Mattarella abbia calcato la mano dicendo che non si può votare ora con i morti per Covid, i fondi europei che rischiamo di perdere, il blocco dei licenziamenti in sacdenza. Meloni voterà contro Draghi o si asterrà, se si astenesse tutto il centro destra. Salvini dice che potrebbe pure votarlo ma solo se il suo governo avesse una data di scadenza: pochi mesi e via. Berlusconi, Salvini, Meloni chiedono doni: meno tasse, quota 100, cemento a go-go.
Capisco il dramma dei 5Stelle. Si è strappato il racconto a cui si erano legati, quello che avrebbero fatto l’impensabile, prima il patto con Salvini poi l’alleanza con il “partito di Bibbiano”, ma per governare (come sostengono) nell’interesse dei cittadini. Ora hanno perso Palazzo Chigi e dovrebbero dirsi chi vogliono essere in futuro. Parte di una grande sinistra strappata alla Terza Via, o il movimento che convoglia il risentimento contro le élites? Draghi, Confindustria, Europa e Pd nello stesso mazzo. Quanto al Pd. è il solo partito che sembra disposto a raccogliere il grido di dolore di Mattarella e appoggiare Draghi, ma vuole al tempo stesso rilanciare l’alleanza politica con M5Stelle e Liberi e Uguali. Le tre delegazioni, ieri, si sono consultate.
C’è il rischio che Draghi debba rinunciare? Si, c’è. Per carità, si può governare con pochi voti e molte astensioni. Ma il problema è politico, come “politico” sarebbe il governo Draghi. Il problema è che quasi tutti i partiti, come sono emersi dal voto del 2018 e si sono trasformati nel tempo di Conte, sembrano ritenere che la situazione non sia malaccio, che la pandemia arretrerà, che 209 miliardi possono servire per accreditare chi li spende presso le categorie sociali influenti e, alla fine, presso i cittadini clienti ed elettori. Al contrario Draghi si atterrebbe al mandato presidenziale: cura massima della pandemia, soldi a scuola, sanità, a chi punta su economia verde e digitale, sostegno a giovani, poveri, disoccupati. Vita grama per molti.
Non posso convincere chi la pensa altrimenti. Però posso ricordare come e perché -a mio giudizio- per tre volte la Repubblica abbia fatto ricorso uomini non scelti dai partiti. Ciampi 1993-94. La lira sotto attacco aveva svalutato, l’Italia poteva essere allontanata dall’Europa, con le bombe la mafia richiamava la classe politica all’antico sodalizio. Monti 2011-2012. Berlusconi aveva perso il controllo della maggioranza, risucchiato dal suo privato, ma l’opposizione -il Pd- non aveva saputo incalzarlo. Il differenziale di rendimento fra titoli italiani e tedeschi, lo spread, aveva toccato 574 punti. Draghi 2021, non si sa se, né fino a quando. Perché il contagio corre ancora in Italia e tutto intorno, l’economia (produttività media bassa) e la società (troppi “scarti”, donne e giovani in difficoltà) chiedono che i 209 miliardi vengano spesi con giudizio. Non da una “politica” che ha fallito, sotto i colpi prima di Salvini, poi di Renzi.
Posso spiegare perché un economista al governo -e in particolare questo economista- non ci riporterebbe alla “macelleria sociale” che i 5Stelle imputano, non a torto, al governo Monti. Perché allora i tedeschi pensavano che il “debito” fosse la “colpa”. Il capitalismo voleva cancellare le Costituzioni troppo “democratiche” scritte dopo la guerra e ridurre “il costo del lavoro” a favore delle imprese. Oggi tutti spendono a debito, per combattere il ristagno dell’economia e la distruzione di forze produttive. Per spingere la domanda, servono sussidi sociali e salari più alti. Questa trasformazione, in Europa e non solo, è stata accompagnata da Mario Draghi, negli 8 anni alla BCE
Vi posso dire perché, se si votasse ora, vincerebbe il centro destra e in particolare Meloni e Salvini. Perché i deputati da eleggere sono 400, uno per 128mila elettori. La riduzione dei parlamentari corregge la quota proporzionale a favore dei grandi partiti. Perché, con la legge Rosato, 148 di questi 400 si eleggono nei collegi uninominali. La coalizione di centro destra, ben rodata, vincerebbe in quasi tutti i collegi, se Pd e 5Stelle andassero separati o con una alleanza dell’ultima ora. Perché la legge con prevede preferenze, dunque Meloni e Salvini sceglieranno i deputati. Certo se Conte, M5S, Pd si fossero attrezzati per tempo, contro Renzi e per unirsi. Se, se, se!