È un paese per vecchi: Ibra, Ronaldo, Vidal e Dzeko a caccia dello scudetto

0
55

On Air l’episodio n. 11 de “Il Calcio non è un Giuoco”, il podcast di Massimo Caputi e Adriano Bacconi

Il Milan, oltre alla pressione del primo posto, è stato messo sotto pressione dall’Atalanta nell’ultimo turno del girone di andata del campionato di Serie A. La Dea ha imposto la sua fisicità impressionante ai Diavoli con una partenza molto aggressiva. Pioli ha pagato la scelta del nuovo arrivato Meïté come trequartista, preferendo la quantità alla qualità ed il risultato è stato l’isolamento del reparto offensivo. Il pressing uomo su uomo della squadra di Gasperini ha reso ogni passaggio difficile per i rossoneri. Ha impressionato anche la personalità dei neroazzurri di Bergamo che hanno dominato sotto tutti gli aspetti la capolista del campionato.
IL RISIKO DEL CALCIO
Il campo di calcio è diviso in zone: la profondità che è tutto quello spazio dietro la linea difensiva, l’ampiezza, ovvero l’area tra gli esterni della squadra avversaria e le linee del fallo laterale, e il dinamismo, cioè la porzione di campo tra la linea di centrocampo e la linea difensiva. Mettendo insieme ampiezza, rapidità e profondità, otteniamo l’acronimo ARP che determina le regioni che deve presidiare la squadra che attacca per essere efficace. Atalanta e Verona sono le squadre che più rispettano questo acronimo, inventato da Maurizio Viscidi con la Nazionale italiana.

CRISI DI TERZE ETÀ
L’età media dei giocatori simbolo delle squadre che lottano per lo scudetto è elevata. Il campionato italiano si è riempito di campioni alla loro “terza età calcistica” che risultano ancora decisivi ma discontinui, soprattutto nella fase di non possesso. È il caso di Ibra per il Milan, Ronaldo per la Juve, Vidal per l’Inter e Dzeko per la Roma. Squadre molto forti sulla carta hanno intrinsecamente delle fragilità date dall’età media di questi campioni, spesso posizionati nei ruoli chiave dove si deve fare la differenza. Con l’arrivo imminente del periodo caldo della stagione, e con il ritorno delle coppe europee, potrebbe essere un fattore discriminante e decisivo per l’esito della corsa allo scudetto.

L’UOMO IN PIÙ
Nell’ultimo turno di campionato si è evidenziato come alcuni giocatori siano “l’uomo in più” per la propria squadra: indispensabili sia nella fase difensiva che di finalizzazione. Pensiamo a McKennie della Juventus o a Barak del Verona, entrambi con caratteristiche fisiche dominanti. Oltre all’aspetto atletico, ci sono alcuni che abbinano anche una grande qualità tecnica come Pellegrini per la Roma e Milinković-Savić per la Lazio. Questi giocatori sono andati tutti a segno nell’ultima giornata risultando decisivi, ma il loro apporto alla squadra è fondamentale anche quando non aggiungono il loro nome al tabellino dei marcatori.