Era il 24 marzo 1944 quando si consumò uno dei più gravi crimini commessi dai nazifascisti nel nostro Paese

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335 persone furono trasportate alle Fosse Ardeatine dove vennero trucidate con un colpo di pistola alla nuca, portando così a compimento lo scellerato piano di terrorizzare la popolazione civile. Dell’avvenuta fucilazione si seppe solo dallo scarno comunicato tedesco diffuso alla stampa il giorno seguente, senza però che venisse indicato il luogo, il numero, e i nomi delle vittime, che poterono essere identificate solo dopo la fine della guerra.
Ancora oggi, a distanza di settantasette anni dall’orrendo massacro di innocenti, il ricordo dell’eccidio delle Fosse Ardeatine suscita in tutti noi orrore e sgomento. E ci richiama a ripudiare ogni forma di violenza e di intolleranza e ad apprezzare pienamente e a difendere i valori della libertà, della giustizia e dello stato di diritto cui è ispirata la nostra Costituzione.
È quindi una necessità civica, oltre che un dovere morale, ricordare come pagine tragiche come questa abbiano segnato la nostra storia. E coltivarne la memoria affinché sia sempre alta l’attenzione contro il pericolo di nuove e sempre possibili degenerazioni violente e autoritarie. L’esperienza ci insegna, infatti, che libertà, eguaglianza e giustizia non sono acquisite per sempre e vanno difese e promosse ogni giorno.

Roberto Fico