Euribor di Gianfranco Torriero (Vice Direttore Generale dell’ABI)

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Tratto da “ Lessico Finanziario “ di Beppe Ghisolfi – ARAGNO Editore

Nella nostra esperienza è usuale investire parte dei risparmi, chiedere un finanziamento per acquistare un’abitazione o per ottenere liquidità per far fronte a esigenze di spesa temporanee e variabili nel tempo.
Spesso il rendimento dell’investimento o il costo del finanziamento non rimangono invariati nel tempo ma sono determinati (mensilmente, trimestralmente, semestralmente, ecc.) a partire da un parametro di riferimento la cui determinazione non è influenzata né dal finanziatore (la banca), né dall’investitore o dal finanziato (famiglia o impresa). In questo caso si parla di un investimento o finanziamento indicizzato al parametro di riferimento, cioè il rendimento dell’investimento o il costo del finanziamento segue l’andamento nel tempo di tale parametro. Molti sono i parametri che possono essere utilizzati, tra questi un ruolo importante è svolto proprio dall’Euribor, che è la sigla dei termini inglesi european interbank offered rate che indica il tasso d’interesse medio al quale le banche dichiarano di prestarsi il denaro, in Euro, tra di loro. Attualmente l’Euribor viene calcolato, per scadenze che vanno da un giorno fino ad un anno, su base giornaliera da un apposito organismo, l’European Money Markets Institute (EMMI), i cui membri sono le associazioni bancarie dei singoli stati partecipanti all’Unione Europea – come media dei tassi di deposito interbancario tra un insieme di circa venti banche.

I tassi applicati vengono comunicati, entro le ore 11, a un soggetto esterno incaricato da EMMI di effettuare i calcoli, il quale provvede, per ogni singola scadenza, a calcolarne la media escludendo dal computo una certa percentuale dei valori più alti e più bassi, per ridurre il peso dei valori estremi. Attualmente sono in corso di revisione le modalità di rilevazione e di calcolo di questo indice. L’Euribor rappresenta quindi il tasso di riferimento del mercato monetario e i suoi movimenti sono notevolmente influenzati dai tassi ufficiali manovrati dalla Banca Centrale Europea (BCE). Normalmente al tasso Euribor va aggiunto un valore, cosiddetto spread. La somma del livello dell’Euribor, variabile nel tempo, e dello spread, usualmente fisso nel tempo, determina il tasso di interesse a cui viene regolata l’operazione di investimento o di finanziamento.
Nel caso delle operazioni di finanziamento, erroneamente viene spesso indicato che lo spread sarebbe il margine di guadagno della banca, in realtà il livello dello spread ingloba diverse componenti.

In particolare:
1 il maggior costo della raccolta che la banca deve sostenere rispetto alla raccolta effettuata sul mercato interbancario,
2 i costi operativi e di gestione associati all’operazione di finanziamento,
3 il costo del rischio, cioè la possibilità che in futuro il prestito non venga rimborsato,
4 il costo del capitale proprio accantonato a fronte dell’operazione di finanziamento ovvero la remunerazione a favore degli investitori che assumono il rischio.
Solo quest’ultima componente, e solo in parte, rappresenta il margine di guadagno per la banca, o più precisamente per chi investe in azioni della banca. Non è infrequente che in sede di esame universitari qualche studente, sulla base delle informazioni acquisite dai media possa rispondere “il guadagno della banca”, alla domanda: che cosa è lo spread?, rischiando quindi la bocciatura; mentre nulla accade a chi fa cattiva informazione, consapevolmente o per ignoranza.