Europee: Bernini, Fi? Sconfitta, tranne Cav siamo tutti in discussione

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“Il successo personale del presidente Berlusconi non può né deve fare velo alla sconfitta di Forza Italia, che c’è, è pesante e deve indurre tutto il gruppo dirigente a una riflessione, a una profonda autocritica e anche ai passi conseguenti e necessari, prima di tutto per rispetto dei nostri elettori. Siamo dunque tutti in discussione tranne ovviamente Berlusconi, che con la sua infinita generosità ha aperto ancora una volta un paracadute fondamentale per il partito, ma è inutile girarci intorno: Houston, abbiamo un problema, perché l’emorragia di voti non si è fermata e siamo l’unico partito di opposizione che è arretrato. In una fase politica in cui gli scenari cambiano di anno in anno, abbiamo il dovere di ridefinire al più presto un forte profilo identitario e liberale, alternativo alla sinistra, senza illuderci di risolvere i problemi con facili automatismi o con demagogiche derive assembleari, ma senza neanche demonizzare quei grilli parlanti che, anche se in modo improprio, hanno segnalato l’esistenza del problema. Prima di tutto, però, dobbiamo ascoltare i territori e la nostra classe dirigente locale, che è fortunatamente una grande risorsa da cui ripartire”. Lo dichiara Anna Maria Bernini, presidente dei senatori di Forza Italia. “Il voto di ieri ci ha consegnato un Paese a forte impronta sovranista, che rischia però di essere in Europa un gigante dai piedi d’argilla, perché nessuna delle due Europe uscite dalle urne – quella tradizionale che resterà alla guida dell’Unione e quella sovranista all’opposizione farà sconti all’Italia sui conti pubblici, che restano il nostro tallone d’Achille. Per questo Berlusconi, con la sua autorevolezza, avrà un ruolo cruciale nel nuovo Parlamento di Strasburgo: avvicinare le due Europe per salvaguardare gli interessi nazionali. E a proposito di interesse nazionale, la Lega ora dovrà scegliere se proseguire l’alleanza di governo con un Movimento Cinque Stelle che, dimezzato dal voto, sarà costretto ad arroccarsi sui suoi temi identitari boicottando quindi infrastrutture, crescita e occupazione, oppure se rilanciare il programma comune del centrodestra, che unito ha appena riconquistato il Piemonte“”.