Fratelli d’Italia si asterrà sul voto al disegno di legge sulla riforma dello Sport

0
87

Le patologie del sistema sportivo che le cronache ci hanno consegnato andavano sanate per intero, evitando il solito atteggiamento di argine mediante interventi non risolutivi in situazioni di crisi e di emergenza. Ciò non toglie che la maggioranza abbia nuovamente, viste la portata della delega di riferimento, esautorato il Parlamento.
Un riequilibrio possibile in maniera parziale solo grazie alla disponibilità del relatore Belotti, che ringraziamo.

Un grave limite del presente disegno di legge allo stato embrionale consisteva nel voler separare nettamente e in modo del tutto artificiale lo sport olimpico dal resto dell’attività sportiva. In realtà, non è possibile separare l’attività sportiva da quella olimpica, dal momento che quella olimpica costituisce semplicemente il più elevato grado dell’attività sportiva e senza una pianificazione ed un lavoro sull’attività sportiva nel suo complesso considerata non è possibile avere i campioni olimpici.

Peraltro, vi sono alcune discipline sportive che nel tempo possono essere riconosciute a livello olimpico e altre che vengono disconosciute, per cui non è neppure possibile ricondurre il fenomeno olimpico all’interno di categorie stabili e sempre valide.

Un nostro emendamento ha poi riequilibrato l’aderenza del testo alle norme internazionali di diritto sportivo: la Carta Olimpica del CIO prevede che ciascun Comitato Olimpico debba autodeterminarsi nella sua struttura, garantendo il carattere della territorialità.
Una delle lettere dell’articolo 1 specifica l’adesione del provvedimento alla legislazione internazionale sportiva, preservando quindi la correttezza del processo legislativo e la natura territoriale.

Il CONI, nello stato originario del provvedimento, veniva esautorato da qualsiasi potere, limitandosi al solito ambito olimpico. Un disegno specifico, che nasce nella legge di Stabilità con la mutazione di Coni Servizi in Sport e Salute, e la sua trasformazione in stazione appaltante nello SbloccaCantieri. Una riforma che rischia di creare difficoltà amministrative e agonistiche, nonchè una sovrapposizione di poteri in ambito normativo e giudicante.
Non comprendiamo inoltre come mai si sia scelto di rinominare la società in “Sport e Salute”, senza considerare l’internazionalità del marchio “Coni” e il ruolo storico: sarebbe come se la Coca Cola, brand più conosciuto al mondo, decidesse di chiamarsi dall’oggi al domani “bevanda gassata”.