Gli Stati Uniti battono l’Europa 5 a 1

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Si potrebbe sintetizzare così l’intera questione dato che, quando si tratta di grandi numeri, è per molti assai difficile mantenere il senso delle proporzioni, specie se dai milioni si passa ai miliardi e persino ai trilioni, ossia alle migliaia di miliardi.
Dopo i due pacchetti da 900 e 2.300 miliardi di dollari varati nel 2020, il Congresso USA ha appena approvato un nuovo pacchetto da 1.900 miliardi di dollari per fronteggiare la crisi causata dal covid19. Misure di simile entità non si erano mai viste in tempo di pace. Biden, secondo quanto riportato dalla stampa statunitense, starebbe anche approntando un ulteriore piano da 3.000 miliardi di dollari finalizzato ad investimenti in infrastrutture ed energia verde.
Con questa valanga di denaro pubblico si prorogheranno i sussidi di disoccupazione, incrementati di 300 dollari a settimana, e si istituirà un nuovo assegno governativo da 1.400 dollari al mese per tutti gli statunitensi con reddito fino 75.000 dollari. Insomma, verrà attuata una colossale redistribuzione dei redditi verso il basso. Le misure federali servono anche a finanziare la ricerca medica e le scuole, a fornire ulteriori aiuti a Stati ed enti locali, a sostenere l’espansione del credito d’imposta.
Secondo gli economisti della scuola di Chicago tutto questo genererà una superinflazione e i cittadini statunitensi saranno presto costretti a girare con valige piene di banconote per potersi comprare una scatoletta di tonno e un pezzo di pizza.
Di certo non ci sarà alcun bisogno di girare con valige piene di banconote in Europa. Perchè se è vero che il Recovery Fund chiude (per ora) la pagina dell’austerità e apre timidamente ad una possibile stagione di maggior solidarietà fra Paesi UE, e se è vero che rappresenta pur sempre il pacchetto di finanziamenti pubblici più consistente mai visto in Europa, tuttavia è anche vero che si tratta di soli 750 miliardi in 6 anni, briciole a fronte delle misure adottate da USA e Cina. Oltretutto, per quanto riguarda l’Italia, si tratta di 209 miliardi complessivi di cui 127 sono prestiti condizionati e 82 a fondo perduto che, al netto dei nostri contributi al bilancio UE, si tradurrano in circa 30 miliardi complessivi, ossia 5 miliardi all’anno (lo 0,25% del PIL italiano).
Insomma, mentre il governo degli Stati Uniti ha stanziato 5.100 miliardi di dollari per fronteggiare la crisi sociale ed economica (cui se ne aggiungeranno probabilmente altri 3.000), in Europa ne stiamo stanziando cinque o sei volte meno, appunto 750 miliardi di euro.