Grazia, Graziella e Mario Draghi

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Ieri, dopo alcuni giorni passati alla clinica Betty Ford per l’infodemia, abbiamo ripreso a leggere i giornali. Dice: “Sempre bello leggere le riflessioni di Mario Draghi” (Renzi). Dice: “Stupisce che qualche forza politica non abbia immediatamente fatto propria e rilanciato l’analisi curata da Mario Draghi in un rapporto del Gruppo dei Trenta” (Repubblica). Dice: “Da tempo Giorgetti non ha dubbi”: serve “un governo di ampia base parlamentare, con dentro i migliori, guidato dal migliore (cioè Draghi, ndr)” (CorSera). “Parla Draghi, la politica risponde. E gli dà ragione in coro” (La Stampa). Da qui la domanda: e che avrà detto? Ci siamo dunque immersi nel colloquio pubblicato lunedì sempre dal Corriere e abbiamo subito compreso il motivo di tale entusiasmo. Roba illuminante. Per dire: ma perché, con questa crisi, “non stiamo vedendo molte insolvenze di imprese nel mondo?”. La risposta è inattesa: “Sussidi pubblici e credito garantito”. No! Sì invece. Solo che quando caleranno i sussidi, “ci sarà un aumento dei crediti deteriorati in tutto il sistema bancario”. No! Sì invece e se le banche dovranno coprire il rischio di troppi Npl c’è il rischio che facciamo meno credito: insomma, “a un certo momento qualcosa andrà fatto per il capitale delle banche”.

Ma dai?! E sul Recovery Fund? Che dice Draghi: meglio progetti nuovi o vecchi? “Quel che bisogna valutare è se un progetto è utile o no (…) Se sono vecchi o nuovi non è importante, ciò che conta – e molto – è che il loro valore sociale sia dimostrabile”. No!

Sì invece! E il debito? “La mia congettura è che, in ultima analisi, la sostenibilità del debito pubblico in un certo Paese sarà giudicata sulla base della crescita”. Ma davvero? Sì e infatti, tornando al RF, “se i progetti pubblici saranno disegnati bene, saranno di grande aiuto. Se non lo sono, non contribuiranno alla crescita”. Ah, ecco. Ma com’è la situazione adesso? “Le persone in questo momento si sentono perse, c’è molta incertezza”. E quando ne usciremo? “Il virus e la rapidità della vaccinazione di massa determineranno tutto”. Come ognuno vede, un discorso epocale, destinato a passare in proverbio. Noi, per quel che vale, proponiamo: “Grazia, Graziella e Mario Draghi”. di Marco Palombi – Il Fatto Quotidiano