Grillo e l’indignazione

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Per quello a cui stiamo assistendo ormai da tre giorni, nei quali non si è parlato d’altro

pare che il partito unico dei simil-giornalisti italiani, giudichi il video di Grillo peggio che le leggi razziali, il terremoto in Irpinia, la strage di Bologna, la disfatta di Caporetto, la finale persa con il Brasile ai rigori nel 1994, la morte di lady D, insomma il peggior evento della storia, dopo l’avvento del diavolo e la crocifissione di Cristo.
Panella, Mentana e compagnia piangente, si devono aiutare. Dobbiamo suggerire qualche punizione ai danni di quel demonio con la barba, che si è permesso di attaccare i poveri genitori della Boschi prima, quel povero angelo di Renzi, poi; di chiamare ladri i ladri e pretendere la galera per chi delinque; di aver sputtanato in varie occasioni quei poveri Cristi dei nostri politici; di aver creato, dal nulla, un Movimento che ha catalizzato attenzione e voto degli italiani, dove, per parteciparvi, era necessaria (udite, udite) una fedina penale immacolata. Uno che si è permesso di mettere in un programma elettorale, l’ecologia, la dignità, l’aiuto ai più poveri.

È riuscito, con questo video, a fare indignare tutti, indistintamente. Si è indignato chi l’indignazione non sapeva neppure che esistesse, chi ha digerito di tutto, incluse le “cene eleganti”, interi condomini affittati a donnine che, durante quelle cene, si travestivano da suore o infermiere, per poi essere travestite da consigliere regionali, parlamentari, sottosegretarie e ministre.
Si sono indignati quelli che non lo fecero in occasione di stragi, malversazioni, corruzioni. Quelli che manifestarono sotto il Tribunale di Milano, per attaccare i giudici che volevano giudicare un uomo di 80 anni che aveva comprato i favori sessuali di una diciassettenne. Si è indignata perfino la Fornero. Senza lacrime, stavolta.

Si deve pretendere una legge, subito, per la fustigazione in pubblica piazza di Grillo. Il figlio Ciro deve essere condannato a morte senza processo perché è certamente colpevole. Nessuna presunzione di innocenza e, soprattutto, nessun dubbio che di stupro si sia trattato. E se qualcuno mostra le foto, successive al fattaccio, raffiguranti i ragazzi protagonisti del fattaccio stesso (incluse le vittime) gozzovigliando abbracciati, deve essere impiccato immediatamente. L’assunzione della difesa da parte della Bongiorno opportunissima e chi dice il contrario lo colga il Covid e si dimetta subito da qualunque carica. Il figlio di Grillo non è il figlio di Grillo, è Grillo stesso fatto figlio e pure, in parte, Movimento 5 Stelle fattosi giovane stupratore.
Fornero ed i rappresentanti di Renzi dentro il PD, auspicano una presa di posizione del partito contro il Movimento. Conte ha condannato il video però non sufficientemente. Doveva aspettare Grillo sotto casa e gambizzarlo. L’alleanza non s’ha da fare, indigna. Meglio un’alleanza con Berlusconi, perché lui si i festini li sapeva fare. Le donne non le stuprava. Le pagava e le travestiva in un clima di dilagante e convinta allegria, partecipazione e, soprattutto, le rispettava. Lui 80 anni e le donnine ventenni. Volete fare paragoni con fattacci dove tutti i protagonisti hanno 20 anni? E, se aggiungiamo il fatto che abbia avuto rapporti con la mafia, l’appeal cresce e, fattore importantissimo, non indigna nessuno.
Giancarlo Selmi