QUANTO INQUINANO I TRAGHETTI?

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Per una mitigazione dei cambiamenti climatici è necessaria una drastica riduzione delle emissioni di tutti i settori dell’economia, compresi i trasporti marittimi. Il Regolamento Europeo 757 sul monitoraggio, la reportistica, e la verifica (EU-MRV) delle emissioni di anidride carbonica (CO2) prodotte dal trasporto marittimo richiede la raccolta dei dati sulle emissioni da tutte le navi al di sopra delle 5.000 tonnellate di stazza che toccano i porti dell’Area Economica Europea, dove i traghetti rappresentano circa il 3% di tutte le imbarcazioni. Nonostante questo, i traghetti nel 2018 sono stati responsabili del 10% delle emissioni di CO2 di tutte le navi prese in esame.

Perché l’impronta di carbonio dei traghetti è così elevata? È forse legata alle condizioni di navigazione o allo stato del mare? O forse deve essere attribuita ad alcune caratteristiche delle imbarcazioni?

Sono domande alle quali risponde lo studio “EU-MRV: an analysis of 2018’s Ro-Pax CO2 data”, realizzato da Gianandrea Mannarini, Lorenzo Carelli e Amal Salhi della Fondazione CMCC nell’ambito delle attività del progetto GUTTA e presentato alla 21esima conferenza internazionale IEEE sul Mobile Data Management, che ha esplorato approfonditamente questo tema, fornendo nuove evidenze e prospettive.
Il team di ricercatori ha preso in esame diversi indicatori di efficienza energetica e dice che «I risultati hanno messo in evidenza alcuni fattori chiave da tenere in considerazione per valutare le emissioni di CO2 e l’efficienza energetica delle navi, quali: anno di costruzione e lunghezza del traghetto, velocità, tipologia di carburanti utilizzati. I dati georeferenziati utilizzati nello studio hanno fornito ulteriori informazioni sulla distribuzione geografica delle emissioni dei traghetti».

La Fondazione CMCC evidenzia che «Circa la metà delle emissioni dei traghetti europei si concentra nel Mediterraneo, probabilmente a causa del maggior numero di navi presenti in questo mare».
Invece, lo stato ondoso medio non sembra giocare un ruolo determinante. Lo studio evidenzia «Una debole correlazione tra le emissioni di CO2 per ore di servizio e le condizioni del mare (altezza significativa delle onde in cui opera il traghetto); questa correlazione cresce un po’ solo per i traghetti più piccoli (di lunghezza, cioè, inferiore ai 120 metri)».
Inoltre, i ricercatori sono andati a vedere quali fattori influenzino l’intensità di carbonio dei traghetti, definita come emissioni di CO2 per unità di lavoro di trasporto, e hanno trovato una grande variabilità di risultati. Mannarin spiega che «Questa variabilità è influenzata da molti fattori, come dimensioni ed età del traghetto, sistema di propulsione e altre sue caratteristiche come numero di veicoli, cabine e altri servizi per i passeggeri. Tuttavia, dovremo utilizzare i dati relativi a più anni per analizzare meglio le prestazioni dei traghetti per quanto riguarda le emissioni».

Ma, in un certo senso, l’efficienza energetica riflette l’età del traghetto e la tendenza degli ultimi decenni a costruire navi di dimensioni sempre più grandi.

Mannarini conclude: «I dati ci dicono che alcune delle navi a più alta intensità di carbonio sono state costruite negli ultimi vent’anni. Una maggiore quantità e qualità di dati sulle emissioni delle navi, possibilmente a livello di singolo viaggio, consentirebbero una migliore valutazione, che è il primo passo per informare correttamente politiche e norme internazionali volte a ridurre sia l’intensità di carbonio che le emissioni assolute».