I cittadini ci chiedono a gran voce di riaprire le attività per far ripartire l’economia

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Le loro richieste urgenti e legittime vanno ascoltate e risolte al prima possibile. Tuttavia, non possiamo tralasciare i dati allarmanti che ci giungono delle presenze nelle terapie intensive, così come il numero dei decessi e le parole dei nostri operatori sanitari impegnati a salvare vite rimangono estremamente preoccupanti.
Serve un compromesso, una giusta soluzione per tutelare parallelamente salute ed economia. Spingendo l’acceleratore sulla campagna vaccinale, bisogna necessariamente trovare il modo per consentire la programmazione per tutte quelle attività che da troppo tempo sono bloccate in balia dell’andamento della pandemia.
E va fatto in fretta: la disperazione di tutti i cittadini italiani è infatti più che mai tangibile, i rappresentanti di categoria che sto incontrando ormai da settimane, compresi quelli dei ristoratori, non perdono occasione per trasmetterci la preoccupazione per l’allarme sociale che sta attraversando il Paese.
Sono migliaia, infatti, i cittadini che attendono risposte rapide e concrete per poter ripartire. Tuttavia, le azioni violente di queste ore non sono certo opera loro.
Si tratta bensì di disordini fomentati ad hoc da chi marcia sulla disperazione delle persone, sfociando in atti pericolosi, compresi assembramenti e scontri con le forze dell’ordine, cui esprimo tutta la mia solidarietà.
Anche se le azioni di oggi farebbero pensare il contrario, riaprire seguendo degli appositi protocolli che consentano di farlo in sicurezza è possibile, soprattutto con la bella stagione alle porte.
Si deve trovare il modo di permettere ai ristoranti dotati di spazi all’aperto di poter lavorare, anche di sera, e a chi non ne ha di poterne disporre senza ulteriori spese.
È nostro dovere garantire ai cittadini il diritto di tornare a esercitare la loro professione e il nostro impegno andrà avanti al di là delle immagini che ci giungono in queste ore.