IL BIS-CONTE, VITTIMA DEI SUOI STESSI OPPOSTI POPULISMI

0
67

QUELLO PAUPERISTA GRILLINO E QUELLO ELITARIO DI RENZI -, E’ L’EMBLEMA STESSO DEL FALSO RIMEDIO DENUNCIATO DALLA DOTTRINA SOCIALE

IL SEGRETARIO POLITICO DEL PARTITO UNIONE CATTOLICA, IVANO TONOLI: SE NE STANNO PER ANDARE IL PEGGIOR PREMIER E IL PEGGIOR GOVERNO DELLA STORIA D’ITALIA FIN DALL’ERA PRE-UNITARIA: PARLANO DI CRISI IRRESPONSABILE IN MEZZO AI LUTTI DEL VIRUS CINESE, MENTRE IRRESPONSABILE E’ STATO CONTE STESSO A VOLER TIRARE A CAMPARE FACENDO TIRARE LE CUOIA AL PAESE REALE

ITALIA UMILIATA DAVANTI AL MONDO INTERO PROPRIO MENTRE STA ASSUMENDO LA PRESIDENZA DI TURNO DEL G20, ITALIANI LASCIATI IN BALIA DI 34 MILIONI DI ATTI ESATTORIALI VOLUTAMENTE NON BLOCCATI DAL GOVERNO PD-GRILLO OSTAGGIO DEGLI UOMINI DI RENZI CHE CONTROLLANO LE RISCOSSIONI

Il Bis-Conte è una classica vittima allo specchio: vittima anzitutto di se stesso e degli opposti populismi sui quali ha cercato di reggersi sia nella prima che nella seconda infausta esperienza a Palazzo Chigi. Nel primo caso, fallendo la mediazione, peraltro impossibile, fra il pauperismo grillino e il nazionalismo salviniano; nel secondo, diventando egli medesimo parte del conflitto che si era nel frattempo aperto tra i populisti della decrescita pentastellata e quelli delle élites renziane. Le quali ultime, come successo nel 2014 quando Renzi causò le dimissioni di Letta da Palazzo Chigi, usano la clava degli irrisolti disagi sociali per usarli contro gli avversari interni e conquistare quote di potere individuale, in pratica secondo la più ortodossa tradizione comunista.

Conte è l’emblema quindi, la sintesi dei “falsi rimedi” contro i quali, fin dalla propria fondazione, è intervenuta la Dottrina sociale della Chiesa Cattolica e contro i quali agisce il messaggio forte del nostro amatissimo Papa Francesco contro tutti i populismi. La matrice dei quali non cambia: chi li cavalca è l’erede diretto delle ideologie comuniste, nazionaliste e giustizialiste che da ormai trent’anni stanno impedendo all’Italia di riconquistare quel patrimonio e quel ruolo di leadership che ricopriva in precedenza e che le spetta di diritto in forza delle eccellenze e dei talenti nei molteplici campi scientifici e imprenditoriali.

Se ne sta per andare il peggior premier con il peggior governo da quando esiste l’Italia pre-unitaria, totalmente assenti nella pandemia, distruttivamente presenti nell’economia e nella società, piombata in una spirale di disperazione diffusa non di rado sfociante in crescenti tensioni nelle famiglie, tra le persone e tra diversi gruppi sociali.

Il Pd parla di crisi irresponsabile in presenza delle centinaia di morti per covid: irresponsabile, semmai, è stata la scelta di voler andare avanti cercando di tirare a campare e facendo tirare le cuoia al Paese reale!

Zingarettiani, grillini e renziani hanno umiliato l’Italia davanti al mondo intero proprio nel momento in cui la nostra Nazione ha appena assunto la presidenza del G20, ruolo immediatamente disonorato da Conte con la propria mancata partecipazione alla videoconferenza tra UE e Cina comunista culminata nella firma di un accordo destinato a favorire per l’ennesima volta il blocco degli interessi commerciali dei Paesi del Nord, frugali nei nostri confronti ma assai golosi in casa propria. Renzi provoca la crisi di governo ritirando la propria sparuta pattuglia ministeriale, ma guardandosi bene dal far dimettere chi, nel sottobosco governativo di sua strettissima fiducia, continua a dirigere l’Agenzia delle riscossioni che si appresta a riprendere la persecuzione fiscale ed esattoriale a danno di 34 milioni di Italiani ai quali viene negata la Seconda Possibilità e molto spesso non è stata concessa neppure la prima.

Se ne vada, Conte! Noi siamo, come Partito Unione Cattolica e come Confederazione datoriale e sindacale Confedes, pienamente solidali con le considerazioni del Presidente della Federazione nazionale dei Coltivatori Diretti, Ettore Prandini, che commentando la capitolazione del Conte 2 ha espressamente dichiarato come ogni discussione sulle risorse, peraltro ancora virtuali e teoriche, del recovery plan sia inutile in assenza di serie azioni riformatrici e innovatrici; anzi, come avvenuto nel 2020 con il ricorso al piano di prestiti straordinari della BCE a favore degli Stati più colpiti dalla pandemia, il rischio era, come stava per succedere, che il governo Pd-5stelle-Iv accrescesse a dismisura il livello dell’indebitamento dello Stato senza tornare a far crescere l’economia privata, in un mix che già nello scorso anno ha portato l’Italia ad avere il debito pubblico più alto nel confronto europeo a fronte degli aiuti in assoluto più bassi andati, e in molte circostanze non andati, a famiglie e imprese.

L’eredità dei due Conte, derivata dall’implosione sia della prima che della seconda maggioranza, rappresenta la più grande sfida che i Cattolici in politica si trovino a fronteggiare dalla fine della seconda guerra mondiale, con un Paese colpito da macerie della stessa entità e gravità, alle quali opponiamo la costruzione di un programma, integralmente applicativo della Dottrina Sociale della Chiesa, che attraverso la Rivoluzione mite porterà a ripartire dalla Fede per ricreare la Fiducia.