IL MERCATO DELLE VACCHE NELLA COPERTURA VACCINALE

0
112
vaccino

Sono evidenti i ritardi nella consegna delle dosi vaccinali di Pfizer, Moderna e poi AstraZeneca all’Unione Europea. Le case farmaceutiche si sono giustificate adducendo difficoltà nei processi di trasferimento tecnologico ai siti produttivi. Ma i dati sulla copertura vaccinale non sono gli stessi in tutti i paesi: secondo Our World in Data, Israele ha già superato il 90%, gli Emirati Arabi veleggiano verso il 60%, il Regno Unito verso il 30%, gli Stati Uniti hanno superato il 20%, il Cile il 16%, mentre l’Unione europea è ferma al 7% di popolazione che ha ricevuto almeno la prima dose. Come mai? Il governo statunitense ad esempio dispone di uno strumento legislativo noto come Defense Production Act (DPA) che permette di esercitare un forte potere per accelerare la produzione, la consegna e la gestione delle dosi e vincolare un’azienda statunitense alle necessità nazionali. E l’Unione europea? L’UE ha solo modesti poteri che gli Stati membri le attribuiscono attraverso i trattati. La Commissione Europea da giugno si è sostituita ai singoli stati ottenendo condizioni estremamente vantaggiose per tutti. Questo ha garantito che anche gli stati più poveri abbiano potuto accedere ai vaccini con costi ridotti. Secondo il British Medical Journal, il vaccino AstraZeneca è costato all’UE circa metà del prezzo che è costato agli USA e un terzo in meno del prezzo cui è costato al Regno Unito. Per il vaccino Pfizer, il risparmio per il contribuente UE è stato di circa un quarto rispetto a quello statunitense. Purtroppo il contratto collettivo ha sfavorito la velocità di intervento dato che siamo ancora lontani da una politica economica e fiscale comune. Per questo l’agenzia per il farmaco europea (EMA) al tavolo con le multinazionali ha dovuto accettare alcune condizioni estremamente problematiche: 1) partecipare al rischio di impresa con un contributo di 2,8 miliardi; 2) nessun vincolo di consegna: in caso di inadempienza, i contratti che abbiamo firmato non prevedono alcuna penale; 3) tutti gli eventuali effetti collaterali sono a carico dei singoli stati.
Insomma l’EU ha ottenuto costi bassi per tutti gli stati membri ma a scapito della velocità di vaccinazione e dunque di un numero più elevato di decessi. E’ evidente ché se nel frattempo arrivano stati che pagano di più quelli europei passano in secondo piano. Questa evidenza è pesantemente acuita nei paesi in via di sviluppo dove c’è minore organizzazione ed anche minor capacità di spesa. Ma è possibile lasciare che i brevetti di farmaci così importanti per la vita delle persone siano in mano di multinazionali che li distribuiscono in funzione di chi paga di più? Ma è possibile lasciare allo Stato, o come in questo caso ad una agenzia europea, solo la contrattazione? Ma la vita umana la vogliamo trattare come un mercato delle vacche?