Il Movimento dovrà rifondarsi e strutturarsi

0
71

Dobbiamo conservare la partecipazione e la democrazia diretta: le decisioni devono essere orizzontali ma l’esecuzione invece verticale. Per questo serve un vertice e una struttura a sostegno. Solo in questo percorso possiamo inquadrare il ruolo di Conte, che è l’uomo giusto per guidarci in questa transizione. Sarebbe costruttivo da parte della Lega lavorare con noi per aumentare i ristori. Da Draghi mi aspetto che usi la sua autorevolezza per impostare un cambiamento in Europa, archiviando l’austerity: su questo dovremo giudicarlo.

Prima di parlare di Giuseppe Conte e del suo ingresso nei Cinque stelle, Riccardo Fraccaro, ex sottosegretario a palazzo Chigi e oggi deputato di peso M5S, vuole fare «una premessa fondamentale». Il Movimento, sostiene, «dopo anni di movimentismo e poi di governo è di fronte a un bivio: dobbiamo decidere se scioglierci o trasformarci. Io sono convinto che questa esperienza non debba esaurirsi, ma per continuare a vivere dovrà rifondarsi e strutturarsi». Solo alla fine di questo percorso, quindi, si può inquadrare meglio il ruolo di Conte: «L’uomo giusto – dice Fraccaro – per guidarci in questa transizione».
Lo vorrebbe alla testa della segreteria politica? O nelle vesti di leader unico, magari Presidente del Movimento?
«Conte può prendere la leadership e la segreteria collegiale può supportarlo nelle scelte. Possiamo strutturarci mantenendo la partecipazione degli attivisti e degli eletti nelle decisioni, in modo orizzontale, ma queste devono essere attuate verticalmente. Serve un vertice e una struttura a sostegno, con responsabili territoriali e tematici».
Avete archiviato il ruolo del capo politico una settimana fa e già volete tornare indietro?
«Abbiamo la flessibilità per adattarci alle evoluzioni della politica e la necessità di cambiare radicalmente. Credo che il Movimento possa rivedere parte del suo percorso. Non è una sconfessione del lavoro fatto con gli Stati generali».
E con quali procedure verrebbe nominato Conte?
«Sulle procedure si deciderà in seguito. Aspettiamo che Conte accetti il nostro invito. Ma dobbiamo correre, è arrivato il momento di sederci intorno a un tavolo e dare un nuovo impulso al Movimento».
Per farlo diventare, come dice Luigi Di Maio, un partito “moderato e liberale”?
«Non credo nelle etichette, possono solo tarparci le ali. Nasciamo post ideologici per un motivo. Solo così abbiamo potuto formare un governo prima con la Lega e poi con il Pd, guidando il Paese in questi anni attraverso un dialogo con tutti sui nostri temi».
Sarebbe complicato, più che altro, restare nel campo progressista e diventare liberali. L’alleanza con il Pd ha un futuro?
«Abbiamo governato bene insieme e oggi siamo in un esecutivo di unità nazionale. Abbiamo di fronte sfide importanti come le elezioni amministrative e il nostro primo interlocutore sarà il Pd, ma non dobbiamo per questo precluderci, caso per caso, la possibilità di correre da soli».
A Roma Virginia Raggi vuole ricandidarsi e non sembra disposta a cedere. La Capitale può davvero tornare sul tavolo delle trattative?
«Prima di parlare del futuro di Roma, dobbiamo costruire il futuro del Movimento e dargli una guida. Solo poi potremo gestire la partita, con tutte le città coinvolte alle prossime elezioni. Ho comunque apprezzato molto il lavoro svolto da Virginia e ha tutto il mio supporto e la mia gratitudine».
La sfida più difficile per Conte sarà riuscire a tenere insieme i cocci del partito. Le espulsioni si potevano evitare?
«Nessuna forza di governo può permettersi di tollerare comportamenti non in linea con le indicazioni politiche, specie in momenti delicati come questo. Sarebbe stato il caos. Da ex probiviro, credo comunque che si potranno valutare le diverse situazioni, alla luce della difficoltà del momento».
Anche le scelte dei sottosegretari hanno creato malesseri. L’ex viceministro Buffagni, rimasto fuori, dice che la meritocrazia si applica, non si annuncia.
«Abbiamo chiesto noi un governo politico. È evidente che non possiamo essere soddisfatti perché non è il governo che abbiamo costruito, ma anziché criticare i nostri colleghi, sarebbe importante sostenerli. Io non mi sento migliore degli altri solo perché ho fatto il sottosegretario a palazzo Chigi. Auguro a tutti loro un buon lavoro. Dovranno vigilare».
Teme questa maggioranza così ampia ed eterogenea?
«Renderà molto complessa l’attività di governo. Salvini farà contemporaneamente governo e opposizione e spero che Draghi non si lasci influenzare. Sarebbe invece costruttivo da parte della Lega – che esprime il ministro dello Sviluppo economico – lavorare con noi per aumentare i ristori. Dal premier, oltre ai vaccini e al Recovery, mi aspetto invece che usi la sua autorevolezza per impostare un cambiamento in Europa, archiviando l’austerity. Su questo dovremo giudicarlo».