Il PD dovrebbe essere un partito di sinistra

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Dovrebbe esserlo per la sua storia, per il percorso politico dei suoi fondatori, per le idee di chi lo ha sostenuto e continua a sostenerlo, per le convinzioni di chi a lui ha aderito e della stragrande maggioranza di chi lo vota.
Il PD, nei fatti, non è un partito di sinistra. Non lo è per le scelte che il suo gruppo dirigente ha operato negli ultimi anni, che si possono definire in qualunque modo, meno che di sinistra; non lo è per la peggiore delle infamie travestite da legge, il “Jobs Act” la cui ideazione, proposizione ed approvazione gli sono totalmente intestate. Impianto legislativo che ha proposto, sostenuto e fatto votare dal Parlamento il governo che presiedeva il suo segretario. È un partito che si è preoccupato (negli anni del “renzismo” ma continua a farlo) di occupare tutte le cariche pubbliche occupabili, con risultati che indurrebbero all’invidia il fondatore della famosa Loggia Massonica “Propaganda 2” (detta comunemente P2), Licio Gelli ed il suo “Piano di rinascita democratica”.
Nulla è stato più lontano dall’essere considerato prioritario, dal PD e dai suoi dirigenti, delle istanze, la difesa, la protezione, gli interessi ed i diritti degli ultimi, degli indifesi, delle classi economicamente più deboli. Il PD è diventato il più formidabile rappresentante dei forti, di chi non ha bisogno di tutele. Un misto di neoliberismo, un poco di carità pelosa, uno strano progressismo un tanto al kilo e discussioni di diritti civili da salotto radical-chic. Il periodo del Conte II e di politiche di sinistra vere, non è stato mai digerito.
Un partito completamente democristianizzato ma non riproposizione della parte nobile di quel partito. Non di quella parte della DC che vide fra i suoi rappresentanti Moro e Tina Anselmi. Prosecuzione dell’esperienza politica della peggiore DC. Della DC delle correnti, dell’occupazione di tutto, del voto di scambio, dei favori, delle poltrone, della bramosia del potere fine a sé stesso, del maialino arrostito nel Museo Capitolino da Sbardella, dei “io sono io e voi non siete un cazzo”.
Casalino ha detto che alcuni rappresentanti del PD sono cancerogeni ed è stato lapidato. Io avrei detto la stessa cosa perché sono convinto che Casalino abbia detto la verità e che l’abbiano lapidato proprio per quello. Un gruppo dirigente composto da renziani più il guardiano del cimitero Orfini e qualche (rara) brava persona, non può rappresentare la gente di sinistra. Molta gente della base del PD pensa esattamente ciò che ha detto Casalino.
Abbiamo bisogno di un partito di sinistra. Ne ha bisogno il paese, ne ha bisogno la coalizione che si confronterà alle destre. Se il PD non si disintossicherà, perderà consensi a favore di LEU e del Movimento con Conte leader, è vero. Così come è vero, però, che per non consegnare il paese alle destre abbiamo bisogno di una grande coalizione di sinistra che porti avanti il lavoro di Conte. I sondaggi fotografano impietosamente il trend. Che Renzi ed i suoi cancerogeni (confermo) camerieri vadano con Berlusconi. Sarà la prima volta che potremo essere felici per qualcosa fatto dall’ebetino toscano.
#daltempioètutto
Giancarlo Selmi