Il Tocco Armonico in ambito oncologico

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Chiara Arianna Accornero
Articolo tratto dalla tesi del Master Universitario di I livello in ‘Medicine Complementari e Terapie Integrate’ A. A. 2016/2017 dell’Università di Siena
Mail: accornero.c@gmail.com
Il periodo storico che la medicina sta attraversando è sicuramente un terreno fertile per la ricerca e conoscenze sempre più approfondite, ma il focus dalla quale, a mio parere, non si dovrebbe mai distogliere l’attenzione dev’essere la centralità dell’individuo; ciò si manifesta attraverso un approccio olistico. Le medicine complementari ed il Tocco Armonico fondano la loro filosofia appunto sull’approccio olistico.
Come si può dedurre dal nome, il Tocco Armonico basa la sua tecnica sul contatto: un senso che nel corso degli anni è stato sempre più studiato ed approfondito tanto da aver dato vita ad una scienza, l’aptonomia, definita come scienza dell’affettività. Per un infermiere toccare il paziente riveste la maggior parte dell’attività lavorativa e diventa centralità dell’agire, per questo due antropologhe olandesi, Els van Dogen e Riekje Elena hanno descritto il nursing, quindi l’assistenza infermieristica, come l’arte del toccare. Toccare è una forma di comunicazione non verbale, quella più ancestrale, grazie la quale si conferisce vita a scambi emozionali e si creano legami empatici.
La tecnica del Tocco Armonico è stata ideata da un infermiere di nome Enzo D’Antoni nel 1997 e consiste in un massaggio lento in grado di favorire i meccanismi naturali del corpo, riuscendo a far emergere traumi fisici e psicoemotivi, distress ed emozioni represse a livello tissutale. La sua lentezza permette di andare a lavorare in profondità su organi e visceri innescando benefici anche a lungo termine. I benefici che maggiormente si riscontrano sono un profondo rilassamento psichico e fisico con tendenza alla “calma interiore”; una riduzione o talvolta anche l’annullamento di quello che è il sintomo dolore, sia esso nocicettivo, neuropatico o oncologico; un miglioramento della resistenza alle condizioni stressogene aumentando il self-empowerment, la resilienza e le strategie di coping.
Nella realtà del reparto di oncologia I della Città della Scienza e della Salute di Torino il Tocco Armonico è diventato parte integrante dell’assistenza infermieristica grazie ad Infermieri come Elisa Settimio, Giuseppe Infantino e Maya Petrova, sostenuti dalla Coordinatrice M.M. De Michelis e dal Primario Dr. L. Ciuffreda. Gli infermieri sopracitati dopo aver partecipato al corso di formazione aziendale tenuto dall’ideatore Enzo D’Antoni e dalla sua collaboratrice Erika Mainardi, si sono impegnati in un progetto di ricaduta assistenziale di reparto (come richiesto dal corso stesso) che prosegue tutt’ora, e negli anni sono diventati promotori dell’utilizzo della tecnica come terapia integrativa. Gli obiettivi di tale progetto sono la riduzione dei sintomi correlati alla patologia tumorale, un miglioramento del benessere del paziente ed un minor ricorso alle terapie al bisogno. Nella pratica quotidiana gli operatori di Tocco Armonico identificano il paziente da trattare, informano riguardo tale tecnica e valutano i sintomi per lui invalidanti attraverso scale di valutazioni quali NRS e CTCAE; successivamente eseguono il trattamento e raccolgono il feedback.
Nel periodo aprile-dicembre 2017 sono stati raccolti dati che ho poi utilizzato nella mia analisi per valutare il grado di efficacia del Tocco Armonico. Sono stati trattati 72 soggetti e all’interno di tale campione non vi sono solo pazienti bensì anche operatori e caregiver. Emerge sicuramente la prevalenza (90%) di trattamenti sui pazienti, rispetto a quelli su operatori (4%) e caregiver (6%). E’ chiaro come il bisogno assistenziale degli uni sia nettamente maggiore in confronto agli altri; questo vuole però essere uno spunto di riflessione dove il sostegno ed il supporto tramite il Tocco Armonico possa, un giorno, diventare in misure più ampie a favore del personale e dei caregiver.
I 72 soggetti trattati sono stati suddivisi in tre fasce d’età ed i beneficiari del Tocco Armonico sono stati maggiormente soggetti con un’età superiore ai 60 anni; ciò trova una spiegazione oggettiva a livello epidemiologico in ambito oncologico. In media ogni persona ha ricevuto 1-2 trattamenti, con tempistiche differenti a seconda del sintomo riferito e della possibilità degli operatori di trovare il giusto tempo nonostante le attività infermieristiche di routine. La tempistica che trova maggior spazio nella realtà lavorativa è 15 minuti. I trattamenti inferiori o pari ai 10 minuti vengono definiti spot per la loro breve durata, capace in ogni caso di dar luogo a dei benefici. Sedute della durata superiore alla mezz’ora sono rare per la difficoltà di gestire sia l’esperienza al Tocco Armonico, sia il lavoro del reparto.
Non si è riscontrata un’associazione tra tempistica del trattamento e sintomo, ciò a significare e sottolineare nuovamente che ogni seduta è un capitolo a sé stante: l’operatore non pianifica la durata del suo operato in base al sintomo riferito, bensì asseconda e resta in ascolto di quello che il corpo del paziente richiede. I sintomi trattati sono stati alcuni propriamente fisici quali dolore, dispnea, nausea ed altri afferenti alla sfera psichica.
I benefici riferiti sono stati analizzati chiedendo ai pazienti di esprimere un grado di soddisfazione attraverso giudizi come poco, abbastanza e molto. I risultati sono stati poi correlati ai sintomi principali per avere una visione globale del beneficio avuto grazie al Tocco Armonico. Il dato che porta a riflettere è la minima quota di pazienti che hanno riferito un lieve giovamento attribuendo un grado di valutazione pari a “poco”. Si evince pertanto come il Tocco Armonico sia capace di agire su varie tipologie di sintomi, diverse tra loro, generando uno stato di benessere generale ed una regressione del sintomo. Recentemente il Tocco è stato inserito anche durante il colloquio medico -paziente in cui viene fatta diagnosi di patologia tumorale, prognosi infausta o proposta di attivazione delle cure palliative. Grazie alla dolcezza del Tocco Armonico si permette al paziente di affrontare il percorso malattia con maggior resilienza e strategie di coping.
Le criticità rilevate sono state luoghi poco idonei all’esecuzione del Tocco Armonico, dato che non vi è ancora la possibilità di avere un ambulatorio dedicato, ridotto numero di operatori praticanti, con conseguente impossibilità ad incrementare le sedute ed una scarsa informazione dei pazienti. Nonostante ciò il Tocco Armonico è risultato essere efficace nella riduzione dei sintomi correlati alla patologia tumorale. Visto il bellissimo esempio osservato a Torino, ho deciso di mettermi in gioco portando il Tocco Armonico nella mia realtà lavorativa ossia il reparto di Oncologia Medica dell’Istituto di Cura Città di Pavia, dando così vita al progetto “Un senso di TE” che ha come obiettivi in primis la riduzione dei sintomi patologia correlati, il benessere degli operatori dato che l’ambito oncologico si è dimostrato essere un settore a forte rischio nello sviluppo di sindrome da burnout ed infine, ma non per importanza, uno strumento per sensibilizzare la popolazione alla medicina integrata. La prima fase di informazione è in parte già avvenuta grazie alla lettura del libro sul Tocco Armonico, valido strumento per un primo approccio alla tecnica, da parte del personale medico e coordinatrice infermieristica. Lo step successivo è l’organizzazione per il personale di giornate dedicate alla formazione ed alla sensibilizzazione al Tocco Armonico in cui aspetti come curiosità ed ascolto interiore vengano approfonditi; successivamente alla mia formazione come operatrice di Tocco Armonico, avverrà l’inserimento di tale tecnica nell’attività assistenziale. Siccome il futuro appartiene a chi crede nella bellezza dei propri sogni mi auguro che questo piccolo seme possa portare i suoi frutti.

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