In Lombardia il 20% degli impianti per la gestione dei rifiuti speciali

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Sono 2.176 in totale e rappresentano il 20% delle infrastrutture dedicate alla gestione dei rifiuti speciali (rifiuti derivanti da attività produttive di industrie e aziende) in Italia: questi i numeri della Lombardia in un settore, quello della produzione nazionale dei rifiuti speciali che, nel 2017, ha sfiorato i 140 milioni di tonnellate (quasi il 3% in più rispetto al 2016). Cresce solo la produzione di rifiuti non pericolosi (+3,1%), mentre rimane stabile quella di rifiuti pericolosi (+0,6%, circa 60 mila tonnellate).

In questo contesto I rifiuti complessivamente gestiti aumentano del 4% e l’Italia si conferma leader nel riciclo segnando un +7,7% delle quantità avviate a recupero di materia ed una diminuzione dell’8,4% di quelle destinate allo smaltimento. I dati della XVIII edizione del Rapporto Rifiuti Speciali 2019 dell’Ispra/Snpa che fornisce un quadro sulla produzione e gestione dei rifiuti speciali non pericolosi e pericolosi evidenziano inoltre che la Lombardia produce il 22,2% del totale dei rifiuti speciali generati (30,8 milioni di tonnellate) seguita dal Veneto e dall’Emilia-Romagna con circa il 10% della produzione nazionale (rispettivamente pari a 15,1 milioni di tonnellate e 13,7 milioni di tonnellate). Gli impianti di gestione dei rifiuti speciali operativi sono 11.209 di cui 6.415 situati al Nord, 2.165 al Centro e 2.629 al Sud.

Nel corso del 2017, i rifiuti importati sono stati il doppio di quelli esportati. La quantità maggiore arriva dalla Germania, quasi 2 milioni di tonnellate (dei quali il 96 % rifiuti metallici) seguiti da quelli provenienti dalla Svizzera, oltre 1 milione di tonnellate, dalla Francia, 824 mila tonnellate e dall’Austria, 733 mila tonnellate. I rifiuti di metallo importati sono destinati al riciclo principalmente in acciaierie localizzate in Friuli Venezia Giulia e in Lombardia. Il 68% dei rifiuti esportati (poco più di 2 milioni di tonnellate) appartengono alla categoria dei non pericolosi e il restante 32% (circa 1 milione di tonnellate) a quella dei pericolosi.