IN MIGLIAIA PER L’ULTIMO SALUTO

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UNDICI COLTELLATE. Continuano ad emergere dettagli importanti dall’’inchiesta sull’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega. E’ stato assassinato con undici coltellate. Indagati due giovani americani. Ma è polemica sulla foto (non si capisce da chi è stata scattata e diffusa) che ritrae uno dei due giovani mentre viene interrogato bendato e legato alla sedia. La foto rischia ora di fare notizia (soprattutto oltre oceano) più del fatto stesso. Si scatena anche in Italia la polemica politica. Repubblica titola: “La vergogna e il dolore”. Mentre l’Arma punisce l’autore del bendaggio durante l’interrogatorio, il ministro Salvini non vede il problema. Conte: “Trattamento lontano dai nostri valori”. I media Usa: “Immagine sconvolgente”. Aperte due inchieste. “Carabiniere ucciso, tutte le telefonate”. E’ il titolo del Corriere della Sera. Più netto a proposito della regolarità dell’indagine giudiziaria il Messaggero, quotidiano romano: “Killer Usa, inchiesta regolare”. Il Pg Salvi blocca le polemiche per la foto con la benda. Trasferito il militare responsabile. Tra i particolari che stanno emergendo anche il mistero del pugnale che i due giovani si sono portati dagli Stati Uniti. Come è passato ai controlli dell’aeroporto? Come è scattata l’aggressione al carabiniere?

IN MIGLIAIA PER L’ULTIMO SALUTO. Oggi ci sarà il funerale del carabiniere ucciso. Ieri si sono presentati in migliaia davanti alla camera ardente per l’ultimo saluto a Mario Cerciello Rega. Commozione per la foto della giovane moglie (si erano appena sposati) che carezza la bara

LANDINI: SIAMO SGOMENTI. “Desidero esprimere, a nome mio e di tutta la Cgil, cordoglio e vicinanza alla famiglia del vice brigadiere Mario Cerciello Rega e all’Arma dei Carabinieri”. Lo ha dichiarato venerdì scorso il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. “Fatti come quello di questa notte – aggiunge il segretario della Cgil – lasciano sgomenti e senza parole: un giovane di 35 anni è stato barbaramente ucciso mentre era al lavoro, nell’esercizio delle sue funzioni e del suo dovere. E’ ora necessario che si faccia al più presto giustizia individuando e punendo i responsabili”