Infettivologo Andreoni, “Varianti aggressive: vediamo tanti giovani ricoverati”

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“Noi stiamo vedendo un altro fenomeno che ci preoccupa” legato alle varianti del virus, “sono colpiti di più i giovani, si ricoverano molto di più i giovani e hanno anche manifestazioni gravi. Questo deve essere monitorizzato. I giovani normalmente non arrivavano in ospedale, ora cominciano ad arrivare e questo è un campanello d’allarme”. Lo ha detto Massimo Andreoni, direttore scientifico Simit (Società italiana malattie infettive), ad Agora’ su Rai 3. Il fatto che le varianti siano non solo più trasmissibili, come detto finora, ma anche più aggressive “è evidentemente un elemento di grande preoccupazione – ha sottolineato Andreoni – perché modifica molto lo scenario epidemiologico e la capacità degli ospedali di rispondere a un eventuale incremento dei numeri”. In ogni caso, ha aggiunto, “dobbiamo essere impegnati tutti sulla vaccinazione. La nostra grande vera speranza – ha concluso – è poter fare una vaccinazione di massa”. “Le chiusure sono indispensabili per rallentare la corsa del virus e per permettere di tornare al tracciamento di cui non si parla più. Ma e’ indispensabile” per non arrivare ad esempio alla situazione del Piemonte dove “hanno dovuto chiudere gli ospedali ai pazienti non-Covid””. Lo ha detto Massimo Andreoni, direttore scientifico Simit (Societa’ italiana malattie infettive), ad Agora’ su Rai 3. “Dobbiamo rallentare comunque la corsa del virus – ha ribadito – e io credo che la comparsa delle varianti debba essere un elemento ulteriore di considerazione di intervento sulle misure di contenimento da mettere in atto, non può essere più considerato solo il numero dei casi e dei ricoveri”. “Io credo che in questo momento bisogna pensare a un lockdown nazionale per raffreddare, in maniera seria, per alcune settimane la circolazione del virus e per cominciare a fare una campagna vaccinale in una situazione diversa da quella attuale”. Un lockdown breve, ha spiegato, “lo considero propedeutico all’idea di avviare davvero una campagna vaccinale; 500-700 mila vaccinazioni al giorno, che si possono fare, bisogna farle in condizioni ideali e allora 2 settimane prima penserei di fare un lockdown nazionale” ha insistito. Considerando che a fine marzo è previsto un picco dei contagi da Covid, è esclusa la riapertura dei teatri, cosi’ come dei cinema, gia’ prevista dalle misure varate dal governo? “Non spetta a me dire se è escluso, ma certamente io lo escluderei perché tutto ciò che aumenta l’affollamento e riduce la possibilità di controllo della trasmissione del virus, deve essere preso in questo momento in grande considerazione”. –