Inquinamento da plastica, Greenpeace: alla foce del Sarno situazione scioccante

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Greenpeace Malaysia has been conducting a field investigation on the broken system of recycling and how it impacts Malaysian society. The findings were shocking: a new ‘dump site’ of plastic waste from more than 19 countries -- most of them are developed countries. The investigation found illegal practices, and blatant violations causing environmental pollution as well as harming people’s health conditions. Since China banned plastic waste imports in January 2018, countries in Southeast Asia - particularly Vietnam, Thailand and Malaysia - have accepted an increased amount of plastic waste. Between January and July 2018 alone, Malaysia imported 754,000 metric tonnes of plastic -- the weight of approximately 100,000 large elephants. It came from countries like the United States, Japan, UK, Australia, New Zealand, Finland, France, Belgium, Germany, Spain, Sweden and Switzerland.

«Bottiglie, flaconi, bicchieri, buste, confezioni per alimenti e tanti altri contenitori e imballaggi in plastica usa e getta sommergono l’area marina in prossimità della foce del fiume Sarno in Campania» a denunciarlo è Greenpeace che ha svolto attività di ricerca e documentazione insieme a Castalia nell’ambito del Tour MayDaySOSPlastica.

Greenpeace sta effettuando, in collaborazione con The Blue Dream Project e i ricercatori dell’Università Politecnica delle Marche e Cnr-Ias, il giro del Tirreno Centrale a bordo della Mahayana per monitorare l’impatto dell’inquinamento da plastica nei nostri mari. Dalle indagini svolte nei giorni scorsi emerge che la situazione alla foce del fiume Sarno è davvero allarmante.

Giuseppe Ungherese, responsabile campagna inquinamento di Greenpeace Italia descrive «Uno scenario scioccante con enormi quantità di rifiuti che invadono spiaggia e fondali, figlio inevitabile del modello di consumo basato sull’impiego di grandi quantità di plastica usa e getta. Come se non bastasse dobbiamo ricordare che quella documentata è solo la parte visibile del problema, i fiumi possono portare in mare anche grandi quantità di microplastiche non individuabili a prima vista».

L’organizzazione ambientalista ricorda che «Secondo studi recenti l’80 per cento delle microplastiche – particelle inferiori ai 5 millimetri di dimensioni – ha origine in ambienti terrestri e da lì, trasportata principalmente dai fiumi, arriva nei mari di tutto il mondo. I fiumi, quindi, sono dei veri e propri nastri trasportatori di rifiuti plastici dai centri urbani fino a quella che sta ormai diventando la più grande discarica del Pianeta: il mare».

Il Tour MayDaySOSPlastica si concluderà l’8 giugno, Giornata mondiale degli Oceani, in Toscana all’Argentario.