Jeffery Deaver – Lo scheletro che balla

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Jeffery Deaver – Lo scheletro che balla – Milano, Sonzogno, 1999 – 413 p. (200)

“Inganno” è la parola che domina in questo magnifico thriller ricco di ritmi incalzanti, suspense, brividi e trama ingegnosa che non dà tregua al lettore.

Il titolo è dato dal macabro tatuaggio che il killer ha sul braccio; un killer molto particolare che sembra leggere nella mente – che pure è acuta, razionale e scientifica – del criminologo tetraplegico Rhyme, prevedendone le mosse e mettendolo in difficoltà. Con due altre temibili caratteristiche: è capace di cambiare identità in tempi brevissimi e di agire in maniera fulminea con, per di più, una spietata efferatezza.

Intricata la trama: scompare un agente, viene fermato un sospettato imprenditore quale mandante, ma tutto si complica… mentre il tempo stringe: ci sono solo 48 ore per catturare l’assassino e gli eventuali suoi mandanti. Rhyme e Sachs, l’instancabile e brava con la pistola poliziotta che sostituisce le inermi braccia e gambe di lui, architettano una trappola mortale che comunque il delinquente riesce ad evitare, rifugiandosi nei tanti meandri delle gallerie abbandonate della immensa metropolitana newyorchese, con inaspettati e insospettabili scambi di persona e di impronte digitali.

Ad ogni spostamento, segue una contromossa, ad ogni inganno ne segue un altro, mentre il cammino dell’inchiesta si popola di sempre nuovi cadaveri.

Il criminologo deve ragionare prima come lui, per capirlo, poi meglio di lui per incastrarlo, analizzando tracce minuscole o infinitesimali per capirne la personalità e gli spostamenti, ma soprattutto le prossime mosse.

Nello svolgersi incalzante della trama – in cui il killer vuole soprattutto uccidere Percey, la proprietaria di una piccola compagnia aerea a cui ha già ucciso il marito per evitare di farla testimoniare circa qualcosa che ancora non è chiaro – i nascondigli della preziosa testimone vengono immediatamente scoperti – per quanto segreti – e l’interessata rischia più volte di venire uccisa, in un incredibile susseguirsi di scoperte ed inganni giocati come duelli mortali col filo di un affilato fioretto che entrambi, il carnefice ed il giustiziere, sanno manovrare alla perfezione.

Dopo un ultimo tentativo, fallito, di incastrare il killer – pur credendo di averlo capito – il criminologo scopre che “la realtà non è come appare…” e con una astuzia suprema riesce a ribaltare a suo favore l’ultimo supremo inganno dell’avversario e quindi venire a capo della intera faccenda… che, naturalmente, non è come ci è apparsa in tutto il romanzo, ma con verità insospettate e mandanti che si sono tenuti molto ben nascosti, adoperando molto denaro per raggiungere un obiettivo che poteva essere compreso fin dalle prime scene se solo ci si pensava attentamente.

La coinvolgente tecnica descrittiva di Deaver, unitamente alle doti di oratoria di questo ex avvocato fanno dei suoi libri delle chicche uniche che non deludono mai

Il Times lo ha definito “il più grande scrittore di thriller dei nostri giorni”.

In tutto sono una quindicina i suoi romanzi aventi per protagonista questo investigatore unico, tetraplegico ma dalla mente scientifica e razionale, doti con le quali riesce a dirimere qualsiasi trama delinquenziale.

Franco Cortese Notizie in un click