LA CRESCITA PER IL MEZZOGIORNO PASSA PER L’ALTA VELOCITÀ

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Pochi giorni fa il ministro Giovannini ha detto in un’intervista che a giorni arriverà al Parlamento lo studio di fattibilità sull’alta velocità della linea Salerno Reggio Calabria. Questa è un’ottima notizia, ma ci tengo a ricordare che lo studio di fattibilità era stato rifinanziato con oltre 40 milioni dal decreto Rilancio, varato dal governo Conte lo scorso 14 maggio. Nella bozza del PNRR si è poi deciso di inserire tra le opere finanziabili dal Next genertion EU solo la tratta Salerno-Battipaglia perché, come spiega anche il ministro, non è pensabile che l’intera tratta possa essere ultimata entro il 2026: il Recovery Fund ha vincoli temporali piuttosto stretti e richiede che i progetti finanziabili dovranno essere in esercizio, cioè fruibili, entro, appunto, 5 anni. Si partirà allora con la prima parte del tracciato e con altri segmenti attingendo al Next Generation, e, contemporaneamente, utilizzeremo altre risorse che consentiranno il completamento dell`intero percorso entro il 2030. Non dobbiamo dimenticare infatti che siamo all’inizio della programmazione 2021-2027 degli altri fondi europei che ci porteranno risorse aggiuntive per un totale di ulteriori 80 miliardi, in gran parte destinate al Sud. Nessuno dei governi precedenti al Conte 2 aveva concretamente avviato il percorso per colmare il gap territoriale che divide in due il nostro Paese perché era sempre mancata la volontà politica di far crescere effettivamente il Mezzogiorno e la crescita al Mezzogiorno si realizza innanzi tutto dalle infrastrutture: l’Alta Velocità Alta Capacità (AV-AC) è una linea ad almeno 300-350 km/h, che con un treno diretto connette Roma con lo Stretto in non più di 2 ore e mezza. L’Alta Velocità a 300 km/h significa incremento di un punto percentuale annuo di PIL. Per lo sviluppo si deve partire necessariamente da qui ed è per questo che siamo fieri di aver sbloccato l’atavica e ormai incancrenita questione meridionale. Spero che i cittadini del sud si rendano conto di chi lavora e di chi invece va’ avanti a colpi di slogan.