La leva digitale per lo sviluppo

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L’Italia ha visto, nel corso degli ultimi anni, crescere le disuguaglianze e i divari, comprimere i salari e precarizzare il lavoro. Non si è pensato a costruire politiche di sviluppo che consentissero di affrontare le sfide globali e si sono, di contro, impoveriti il welfare e i sistemi della conoscenza.

Il Pnrr (il Piano nazionale di ripresa e resilienza) dovrebbe rispondere a questo quadro in maniera decisa ed esplicita, affrontando contestualmente tutti i temi legati all’innovazione tecnologica sempre più pervasiva e diffusa e progettandone l’implementazione come volano di un nuovo e più equo sviluppo.

Il tema “digitalizzazione” è di fatto trasversale alle missioni previste dal Pnrr, che a oggi sono riconfermate, almeno nella declaratoria, dal nuovo governo in carica. Quando si parla di piani di riforma, le parole chiave che accompagnano i processi di efficientamento e investimento attengono alla transizione ecologica, e devono consentire di raggiungere nei tempi previsti gli obiettivi Ue per la neutralità climatica e il digitale.

Non sono parole vuote ma concetti che sottendono una direzione chiara la quale, per essere raggiunta, ha bisogno di azioni basate su una progettualità complessiva che deve vedere il riconoscimento dello stato attuale, dei ritardi del Paese, dei bisogni cui dare risposta efficace e, contestualmente, deve prevedere la partecipazione attiva delle lavoratrici e dei lavoratori e l’utilizzo dei loro saperi professionali e delle loro competenze.                                                                                                                                                  Maurizio Landini