LA LIBERTÀ DI CONFINDUSTRIA È UN PRIVILEGIO

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È notizia recente un’uscita di Confindustria in risposta allo sciopero dei lavoratori portuali genovesi, che certamente non può essere accolta con leggerezza: si sostiene che il lavoro di questi tempi sia un privilegio, implicando che il lavoratore dovrebbe essere riconoscente al suo “datore” di lavoro e far qualche sacrificio, chinare la testa e rinunciare a molto per offrire poco profitto in più al padronato.

È triste dover sopportare questa incredibile arroganza da chi, per decenni, ha fondato buona parte del profitto sul taglio dei vantaggi e dei diritti sul lavoro.

In quanto comunisti e cittadini italiani, riteniamo anche doveroso ricordare a Confindustria che l’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro, che può intervenire qualora un’attività produttiva non giovi più all’utilità sociale ed anzi la comprometta.

Se in tutti questi decenni la libertà di Confindustria nel trascurare l’indirizzo costituzionale è stata possibile, è solo perché viviamo governi subordinati ai grandi capitali privati – di cui Confindustria è una rappresentanza – ed all’Unione Europea.

Ciononostante una simile libertà di Confindustria è un privilegio – faremmo bene a rammentarlo tutti.

Ed il Partito Comunista Italiano sarebbe ben disposto a sbarazzarsi di privilegi