LA STRAGE SILENZIOSA NELLA POLIZIA DI STATO E LE ISTITUZIONI NON NE PARLANO

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Ieri nella Questura di Milano l’ennesimo suicidio di un Agente di polizia. Il giovane, in preda a problemi personali e disagi familiari si è tolto la vita con la pistola d’ordinanza, mettendo una parola fine alle sue angosce.
Posso dire che quando un poliziotto, uno di noi, muore in servizio, i media pubblicano la notizia su tutti i giornali e il collega diventa quasi da tutti riconosciuto un eroe….osannato per un solo giorno e poi dimenticato infretta…….
Ma nel nostro mondo, in Italia, è presente, tutti i giorni una strage silenziosa, che non fà più notizia e che non viene quasi mai pubblicizzata e che nel nostro ambiente ha raggiunto dimensioni allarmanti. Infatti, sono sempre più numerosi, tra le nostre file, i Poliziotti che decidono di porre fine alla loro esistenza, forse per il lavoro stressante e pericoloso, suicidandosi…..Il lavoro del Poliziotto, ancora oggi, non è tanto apprezzato e riconosciuto, infatti i rappresentanti della legge incorrono in mille pericoli ed è per questo un lavoro difficile e stressante. In pochi secondi gli operatori della Volante devono prendere , impegnati in intervento, difficili decisioni che potrebbero costare caro al collega in un successivo momento sia dal punto della responsabilità operativa, che penale. Non sono ammessi errori, non sono ammessi segni di elasticità pena l’omissione in atti d’ufficio, insomma i poliziotti hanno a presso un grande fardello, cioè la responsabilità. Ma quando a tutto questo si aggiunge l’insensibilità di chi ci comanda, di chi ci stà intorno, si rischia l’isolamento e la depressione . Forse in molti di noi, si cominciano a vedere i primi segni della fatica dei turni e dei doppi turni per sopperire alla mancanza di personale, spesso dietro il suicidio di un poliziotto vi è la frustrazione nello svolgere il proprio lavoro, le vessazioni subite dal proprio datore di lavoro. In molti casi di suicidi, vi sono persone che sono stati talvolta coinvolti in inchieste per gravissimi fatti, credo sia legittimo sospettare che anche dietro le carriere, i procedimenti disciplinari e i trasferimenti coatti possa esservi in alcuni casi una decisione non esclusivamente meritocratica e trasparente…… Forse è giunto il momento di cominciare a proteggere le forze dell’ordine, i poliziotti che difendono i cittadini e che sono esecutori di ordini e che nelle loro umane spoglie possono anch’essi essere oggetto di errori ed equivoci …..soprattutto sotto il profilo della legittimità dei provvedimenti disciplinari, noi non possiamo più far finta di non vedere e di scandalizzarci veramente dei tanti, allarmanti, suicidi, di cui non abbiamo spesso adeguata notizia dai giornali e dai media, domandandoci il perché di tale crescente fenomeno e individuandone le cause e, se del caso, i responsabili…….per poi punire la loro indifferenza e la loro sciagurata carriera……a voi ogni debita riflessione.
Alessandro CONGIU