Landini: i lavoratori hanno già dato, è tempo di ripagarli

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Non teme il governo tecnico. E non ha paura che a guidarlo sia l’ex governatore della Banca centrale europea, anzi per Maurizio Landini il rigore e l’autorevolezza di Mario Draghi possono essere la condizione giusta per permettere al Paese di cambiare. Così il segretario generale della Cgil, ospite di Lucia Annunziata, nell’ultima edizione di Mezz’ora in più, ha spiegato quali sono proposte e aspettative del sindacato di fronte al cambio di esecutivo.

“Il quadro – ha dichiarato Landini incalzato dall’Annunziata – è molto diverso rispetto a quando arrivò Mario Monti. E a parte il fatto che siamo di fronte a una proposta del presidente della Repubblica e a un’emergenza ancora in corso come quella determinata dalla pandemia, allora dall’Europa arrivava la richiesta di politiche di austerità, oggi invece dobbiamo decidere come spendere più di 300 miliardi in sei anni, in secondo luogo c’è un quadro internazionale in cambiamento con cui fare i conti. Penso quindi che ci siano tutte le condizioni per poter attuare quelle riforme di cui il nostro Paese ha bisogno”.

Ma il cuore di ogni misura per Maurizio Landini non può essere altro che “rimettere al centro il lavoro e la sua qualità. Basta precarietà – ripete il segretario generale della Cgil” e indica donne, giovani e mezzogiorno come i primi a cui dare risposte magari costruendo finalmente una politica industriale di cui l’Italia ha bisogno da ormai vent’anni”, tenendo bene in mente che le riforme di cui si parla possono non solo cambiare l’Italia ma ridisegnare l’Europa. “Abbiamo – torna a dire Landini – un’occasione irripetibile da non perdere”. Ma né il governo né il Parlamento riusciranno a farlo senza un coinvolgimento di tutti.

C’è poi il nodo del blocco dei licenziamenti: da prorogare secondo Landini studiando allo stesso tempo una riforma universale degli ammortizzatori sociali. “Riteniamo che il messaggio che dobbiamo dare alle persone è che c’è uno Stato pronto a proteggerle quando sono in difficoltà”. E se su questo, forse, ci sarà da discutere con Draghi già l’accordo c’è invece sugli incentivi: “Siamo d’accordo quando Draghi dice basta incentivi. Noi siamo i primi a dire che negli ultimi dieci anni sono stati dati incentivi a pioggia a tutti, penso all’Irap con l’ultimo governo”.