L’aria fritta dei draghi e il ritorno di Conte

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draghi
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Giuseppe Conte è stato fatto cadere per tre motivi. Per chiudere per sempre la fase di cambiamento aperta col 4 marzo. Per sabotare il nascente fronte anti-sovranista M5S, Pd e Leu. Per bloccare riforme indigeste come quella della prescrizione. Il resto è tutta aria fritta. Lo si capisce dal soporifero discorso di Draghi in parlamento che conferma la continuità col governo precedente perfino rispetto ai presunti moventi della crisi. Continuità su pandemia e Recovery Plan mentre il Mes rimane fuori dai radar. Siamo alle solite. Vecchia politica contro volontà popolare. Gli italiani il 4 marzo han votato per un cambiamento radicale che era ben rappresentato dalla leadership di Giuseppe Conte. Alla vecchia politica e alla stampa al seguito non andava bene e quindi si son messi a remare contro e a tramare nei palazzi affinché la loro volontà s’imponesse su quella dei cittadini e si tornasse al passato. Punto. Il resto è tutta aria fritta. Per questo l’adesione del Movimento 5 Stelle ma anche della Lega all’ammucchiata di Draghi è un suicidio politico, perché loro erano i vincitori del 4 marzo e rappresentavano il desiderio di cambiamento radicale dei cittadini. Ed invece di difenderlo coi denti, alla fine si sono alleati con chi vuole da sempre sotterrare sia loro e sia il 4 marzo. Un suicidio politico che viene giustificato in parte con l’emergenza pandemica e in parte con la necessità di avere le mani in pasta nella ricostruzione. Altra aria fritta. La retorica del dopoguerra rispolverata dal soporifero discorso di Draghi arriva con un anno di ritardo. Gli italiani non sono deficienti e di “spirito repubblicano” ne hanno dimostrato da vendere fin dal paziente uno. A fregarsene e a far cagnara ogni santo giorno sono state gran parte delle forze politiche che appoggiano Draghi e oggi fanno i finti tonti. Altro che dovere dell’unità. Aria fritta. Quanto all’avere le mani in pasta nella ricostruzione, sia il Movimento che la Lega sono rimasti ai margini della regia del Recovery e potevano comunque far pesare i loro numeri parlamentari da fuori. Senza tradire il 4 marzo e pilotando l’ammucchiata verso le elezioni. Il loro è stato un suicidio politico davvero inspiegabile anche perché son passati tre anni, non trenta. Le istanze del 4 marzo sono ancora vive e radicate. Questo perché non erano un capriccio ma un vento sacrosanto che è soffiato in tutto l’Occidente. Un evento storico, non politichetta romanocentrica. Cittadini emancipati che reclamano una politica al loro servizio e non a quello delle lobby e delle caste tecnocratiche, maggiore centralità, maggiore sovranità e partecipazione. Non aria fritta. Il maldestro tentativo restauratore della vecchia politica e della stampa al seguito, è davvero patetico. Nella storia capita che il potere costituito riesca a sopire il vento del cambiamento per qualche tempo. Ma prima o poi quel vento riparte ancora più impetuoso di prima se non vengono soddisfatte le sue ragioni profonde. I fautori dell’ammucchiata vogliono spegnere la polarizzazione e l’estremizzazione dello scenario politico esplosa in Italia col 4 marzo, quello che loro disprezzano come “populismo” in modo da ritornare ad un sistema più moderato e rispettoso dello status quo. Pie illusioni. Le istanze del 4 marzo riemergeranno più veementi di prima anche sull’onda della dolorosa ricostruzione post pandemica. E se Movimento e Lega non saranno ritenute più degne, altre forze raccoglieranno quelle istanze. A destra il piano B è la Meloni, dall’altra parte si vedrà cosa nascerà dalla diaspora pentastellata. Il piano ufficiale sarebbe che Giuseppe Conte si alzi dalla panchina una volta implosa l’ammucchiata e torni in campo per guidare il fantomatico fronte anti-sovranista M5S-Pd-Leu. E cioè di colpo Salvini da alleato europeista ritornerà ad essere un pericoloso neofascista mentre Berlusconi ritornerà ad essere un personaggio losco da evitare. Può darsi che funzioni ma non è affatto detto. Il consenso personale di Conte potrebbe non essere sufficiente a placare il disgusto per certi clamorosi voltafaccia e far recuperare la credibilità perduta ai partiti che lo sostengono. Tra gli obiettivi dei fautori dell’ammucchiata, poi, c’era proprio impedire la nascita di quel fronte anti-sovranista M5S-Pd-Leu e presto i sabotatori ritorneranno alla carica. Siamo alle solite. Vecchia politica contro volontà popolare. Altro che soporiferi discorsi. Altro che aria fritta.                                                                                   (Tommaso Merlo)