Lattanzio, antimafia sociale va messa a sistema. Velocizzare assegnazione beni confiscati

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“L’unico modo per contrastare il gigantesco egoismo mafioso che si è riattivato e rimesso in moto con la pandemia e che guarda alle imprese in difficoltà e alle comunità sociali per penetrarle e depredarle è la risposta collettiva. L’unica arma che abbiamo è che le comunità rispondano alla crisi. Questi due aspetti, quello comunitario e sociale e quello più economico legato alle imprese che falliscono (e che secondo i dati in nostro possesso sono a fortissimo rischio di finire in mano alla criminalità) coincidono e uno dei pochi modi di risposta è di fare impresa cooperativa. Da questo punto di vista i beni confiscati alle mafie costituiscono un patrimonio gigantesco, una incredibile possibilità. Dobbiamo ripartire dall’antimafia sociale, per esempio dai prodotti agricoli da filiera etica o dalle tante esperienze di qualità che ci sono sul territorio ma per far questo per prima cosa bisogna dialogare in maniera ancora più franca con le istituzione per correggere le storture che rendono molto lenta la presa in carico dei beni confiscati. Dobbiamo trovare il modo affinché non si debba passare da due o addirittura tre bandi per averli in dote e trovare finanziamenti. Bisogna lavorare perché gli enti locali siano parte dell’investimento sociale. Infine dobbiamo spingere affinché ci sia una maggiore sensibilizzazione della cittadinanza che va ben informata e avvicinata. E’ necessario pensare a nuove forme di impresa che coinvolgano i cittadini e le cittadine perché abbiamo avuto modo di notare che se in questa fase qualcosa funziona è qualcosa che ha livello di engagement fortissimo con la comunità locale e si basa sulla prossimità e sulla territorialità. Mi piace ricordare l’esempio della Puglia dove abbiamo costituito il primo Osservatorio regionale sulle mafie con tutti gli atenei pugliesi. Ora io penso che sarebbe importante arrivare a presentare in Commissione Antimafia un prototipo di antimafia pugliese impegnata nella produzione beni confiscati, una sorte di brand che metta insieme tutti i soggetti che fanno questo tipo di attività (dai pomodori etici al pane di Altamura fatto in un forno sequestrato alla criminalità). Dobbiamo avere la forza di fornire un modello pugliese. Raccordare tra loro queste esperienze virtuose per provare a immaginare qualcosa di più grande e sostenibile e fare un lavoro di scala”.

Così in una nota il deputato del Partito Democratico Paolo Lattanzio, componente della Commissione Parlamentare d’Inchiesta sul Fenomeno delle Mafie e presidente del Comitato Infiltrazioni mafiose nel tessuto socio-economico determinate dalle condizioni causate dall’emergenza sanitaria Covid-19.