LE MANI DEL PARTITO DEMOCRATICO SULLA MAGISTRATURA

0
90

“Noi te lo dobbiamo togliere dai coglioni il prima possibile” dice un magistrato del CSM al parlamentare PD Luca Lotti (già ministro nel governo Renzi), riferendosi al procuratore capo di Firenze reo di aver chiesto l’arresto dei genitori di Renzi e che, per giunta, potrebbe piombare a Roma dove Lotti è indagato.
E Luca Lotti si informa sul possibile esposto contro il magistrato che va tolto dai coglioni, perché “bisogna fa’ almeno guerra”.
Prendono parte a questo inequivocabile dialogo altri 4 magistrati del CSM e un altro parlamentare PD, nonché magistrato in aspettativa, Cosimo Ferri, che già nel 2014, da sottosegretario alla giustizia del governo Renzi, fu colto a mandare messaggi ai magistrati indicando chi votare al CSM.
E tutti i sodali condividono il fatto che il vicepresidente del CSM Ermini, ex parlamentare PD, sembrerebbe non impegnarsi abbastanza; il magistrato Cartoni (quello che pur di farla franca non esita a coprirsi di ridicolo affermando che mentre gli altri parlavano lui dormiva su un divano) si indigna della mancanza di prontezza di Ermini ad obbedire agli ordini di partito: “Luca digli qualcosa, si deve sveglia’!”. E Luca (Lotti) lo tranquillizza: “qualche messaggio gli va dato forte”.
Ma più gravi delle intercettazioni appaiono le dichiarazioni giustificative di alcuni dei protagonisti della vicenda (tutte, tranne quella del Cartoni addormentato, che fa un po’ ridere e un po’ pena).
“Questo meccanismo c’è sempre stato” perché il CSM fa le nomine “con la politica che incontra i magistrati”, afferma Matteo Renzi.
Dove starebbe la novità, ribadisce Lotti: “Quanti miei colleghi, durante l’azione del nostro governo e dopo, si sono occupati della carriera dei magistrati?”.
E Ferri rincara: “Chi si indigna oggi spesso ha beneficiato di queste discussioni fisiologiche”.
Zingaretti, Del Rio, Guerini, Marcucci, quasi tutto il PD (con le isolate eccezioni di Zanda, Calenda e Fuzio), assentono e ringraziano Lotti per l’autosospensione non dovuta, del gesto responsabile.
Prendiamo quindi atto che ciò che è emerso dalle intercettazioni è, per il PD, una prassi costante, fisiologica. Che, dunque, le nomine in magistratura avvengono da chissà quanto tempo con l’interessamento attivo di parlamentari PD e membri del Governo che fu espressione di quel partito.
Invece che chiederlo a noi, ci dica Lei, Onorevole Lotti: quanti suoi colleghi si sono occupati della carriera dei magistrati?
E Lei, Onorevole Ferri, ci specifichi chi sono gli indignati di oggi che ieri hanno beneficiato di queste “discussioni fisiologiche”.
Ma soprattutto, siamo sgomenti nell’immaginare con quale tipo di riconoscenza si siano sdebitati, fino ad oggi, i magistrati che sono stati oggetto della benefica attenzione di Lotti, Ferri e del partito della prassi legale dell’intrallazzo.

Mattia Crucioli M5S