Lei ce la ricordiamo, sì? Irene Pivetti

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Leghista della primissima ora. E addirittura Presidente della Camera

Bene. Oggi salta fuori una bella novità: con una società che ha un capitale di soli 50mila euro e che nel 2018 aveva un utile di poco più di 2mila euro, è riuscita ad ottenere dalla Protezione Civile un appalto da 30 milioni di euro (!) per mascherine che, una volta arrivate, sono state sequestrate dalla Finanza. E risultano ora intoccabili.
Il motivo? Perché è saltato fuori un fatto un po’ increscioso: sono prive di certificazione. O meglio, molte ne avrebbero una, che però è polacca, dato che è stata rilasciata da un’azienda di proprietà dell’impresa della Pivetti. Perché dice un addetto della stessa azienda che visto che non riuscivano ad ottenere quelle dell’Inps…beh, prendiamo la certificazione polacca. Tanto che cambia?
Ma fermi perché c’è anche di meglio. Le mascherine la Pivetti non le voleva dare solo Stato. Ma anche ai privati. Cosa che ha fatto, perché ad oggi in 500 farmacie italiane sono state già distribuite 160mila delle sue mascherine. Si è scoperto perché la finanza ne ha trovate in una famosa farmacia di Savona, dove avevano certificato polacco fasullo e un’autocertificazione inutile (e tutto è partito da lì: è il pm di Savona ad aver chiesto il sequestro).

E lei ora si sta difendendo sostenendo di essere stata fregata due volte: dai fornitori cinesi e dalla burocrazia italiana.
Pensi allora noi come invece come siamo contenti per questo “capolavoro” costato 30 milioni di euro dei contribuenti. Di cui un 60% già pagato ad una società, la sua, che, per giunta, ha capitale sociale versato da altre due società con sedi all’estero (San Marino e Polonia).
Ah, così, una domanda. Giusto per rinfrescarci la memoria.
Senatore Salvini, Lega anche lei, com’era quella storia che per ripartire dovevamo sospendere il codice degli appalti?