L’inserimento del Mezzogiorno nel programma Next Generation Eu, occasione storica per il Sud

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Le politiche per il Mezzogiorno non possono essere solo una posta del Bilancio dello Stato, più o meno grande, né il solo finanziamento di progetti correnti, irrealizzati o da completare, imprimendo alle risorse il solito carattere sostitutivo e non aggiuntivo. Devono essere parte di una strategia primaria. Appare, perciò, inaccettabile che il piano di utilizzo del Recovery Fund, approvato dalla Camera nella seduta del 13 ottobre 2020, su proposta del ministro del Sud, nella quale si individua come prioritaria la prospettiva di trasformare il Mezzogiorno in una grande piattaforma capace di rappresentare il vero “porto d’Europa”, sia scomparso nella bozza del Piano nazionale di ripresa e resilienza, confinata nel generico capitolo “parità di genere, coesione sociale e territoriale”. Avevamo visto questo pericolo fin dall’ottobre scorso, e per questo avevamo chiesto con forza che il Ministro per il Sud sedesse nel coordinamento del Governo per il Recovery. Bisogna assumere una decisione netta che spinga il Consiglio Europeo del primo trimestre del 2021, nel quale sarà varato un di “Piano di vicinato meridionale”, a riconoscere la centralità del mare nostrum e a riequilibrare verso Sud, l’asse politico dell’Europa, finora sbilanciato verso est.

Federico Conte