l’Inter batte il Verona con un gol di Darmian e vede le scudetto vicinissimo

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L’Inter batte il Verona 1-0 con un gol di Darmian e fa un grande passo verso lo scudetto

Tutto da perdere per l’Inter, niente da perdere per il Verona, che al di là delle 6 sconfitte nelle ultime 7 partite ha da tempo raggiunto il suo obiettivo stagionale. Tradotto in atteggiamenti in campo, l’Inter lascia giocare senza sbilanciarsi troppo, il Verona si diverte quando ha il pallone, palleggia, scorrazza nella metà campo avversaria. Però poi gli uomini di Conte ripartono con il rumore fragoroso dei loro cingoli, approfittano della difesa altissima di Juric, vanno a spaventare Silvestri. Circostanza questa che si verifica due volte nei primi sei minuti, prima con Lautaro che va via da solo su spizzata di Lukaku e tira con troppa precipitazione, poi con Hakimi che va via con la consueta velocità sulla fascia destra ma conclude alto. Poi al 17′ c’è anche la prima vera parata di Silvestri, ancora su Hakimi.

Quando però la tensione è alta, le differenze tecniche tra le squadre sono più difficili da percepire. E se è vero che l’Inter nei primi venti minuti va tre volte vicino al gol, basta una distrazione per rischiare una pericolosa frittata. Guaio evitato prima da un intervento poco ortodosso ma efficace di Handanovic con un piede su Bessa, poi dai pochi centimetri che separano un diagonale di Dimarco dal palo opposto. Con il passare del tempo appare evidente che nell’Inter manca qualcosa a livello creativo, che l’apporto tecnico dei centrocampisti non arriva con puntualità, che in mezzo al campo per il Verona quella formata da Ilic e Tameze è una coppia di assoluta affidabilità.

Il bilancio del primo tempo, al di là dello 0-0 fissato sul tabellone, parla di quel concetto che va tanto di moda in questo periodo, quello di “braccino del tennista” che colpisce inevitabilmente uno sportivo che vede il successo a portata di mano e che si traduce in grandi difficoltà nella costruzione. In sostanza, tre occasioni da gol di un certo rilievo per i nerazzurri contro una sola dei veneti, possesso palla nettamente a favore dell’Inter, ma due difensori del Verona (Ceccherini e Magnani) ammoniti su tre, considerazione questa che spinge Juric a cambiare tutta la linea tranne Dimarco nell’intervallo.

Il coraggio che non ha l’Inter, lo trova il Verona che entra in campo nel secondo tempo con un piglio addirittura più spensierato. Il giovane Ilic in mezzo al campo conferma tutto quello di di buono si dice sul suo conto. Da metà campo in su i veneti si divertono e anche parecchio. C’è un’occasione per Faraoni, ma il suo diagonale non va a segno. E solo dopo l’ora di gioco si rivede un po’ di Inter, con un’iniziativa di sventata da Silvestri, poi con una punizione di Hakimi che centra il palo. Iniziative più individuali che collettive, perché il Verona continua a essere un degnissimo e spigliato avversario, senza paura.

Poi però ci sono le certezze di Conte. Una di queste si chiama Darmian. Entra al posto di un disciplinato ma poco ispirato Perisic e si mette a giocare come sa. Va a dettare un passaggio ad Hakimi e si ritrova quasi solo davanti a Silvestri. Freddo e sicuro di sè, piazza di piatto destro la palla dove il portiere non può arrivare. Ma il gol non sblocca l’Inter, anzi accentua ulteriormente quella paura di vincere che indurisce i muscoli. Ci sarebbe anche il pareggio veneto grazie a una nuova incertezza di Handanovic, che però viene graziato dall’arbitro Abisso: il portierone sloveno viene toccato da Faraoni, ma è obiettivamente difficile, rivedendo l’azione, considerare il terzino davvero colpevole. L’Inter accetta volentieri il regalo e porta a casa tre punti che rendono lo scudetto ancora più tangible.