L’ULTIMO MIGLIO DI UN’ITALIA CHIUSA IN CASA

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“Dobbiamo fare uscire l’Italia dalla depressione psicologica ed economica”: l’impegno preso da Mario Draghi durante la formazione del governo dovrebbe avere la precedenza su ogni altra precedenza, e oggi più che mai. Quando, trascorso un lunghissimo anno, si ricomincia da capo un’altra volta perché nulla sembra cambiato e nulla sembra possa cambiare, come nel citatissimo film con Bill Murray. Nella vita sospesa dei lockdown – rossi o arancioni fa poca differenza –, nella catastrofe perenne dei contagi in crescita, delle terapie intensive sopra la soglia di allerta, della infinita processione dei morti (che alla tv vengono contabilizzati con un “circa”, per fare cifra tonda), della vaccinazione di massa, montagna da scalare dove un lotto fallato di AstraZeneca può farci rotolare a valle, la depressione psicologica precede quella economica e ogni altra attività umana.
Perché con un’Italia in pigiama, confinata in casa e che non ci sta con la testa si può procedere con tutti i ristori e i sostegni immaginabili, comunque una goccia nel mare della crisi. Ma si rischia lo stesso di avere una ripresa che tossisce come un motore ingolfato, con gli scostamenti di bilancio benzina che va in fumo. Non ci azzardiamo a dire cosa il presidente del Consiglio potrebbe dire per risollevare il morale degli italiani (sursum corda, in alto i cuori ci insegnavano a scuola) ma qualcosa dovrà dire. Come sempre quando si indica un orizzonte, un limite da raggiungere, un risultato da realizzare funziona la metafora dell’ultimo miglio da percorrere, dell’ultima sfida da vincere, dello scollinamento oltre il quale il sentiero comincia finalmente a scendere. Sarebbero parole che pesano perché non si può certo giocare a colpi di “annuncite” con la fiducia del Paese, con le speranze tante volte tradite perché se l’ultimo miglio vale per chi è chiamato a percorrerlo con lo sforzo finale, ultimo miglio è anche quello a cui è chiamato il governo: dopodiché o c’è il traguardo o c’è il fallimento. Per cui bisognerà essere ben certi che nel limite temporale fissato – 20 giorni da qui alla Pasqua di Resurrezione – la maledetta curva plani (come sostengono i virologi), la vaccinazione acceleri (come promesso dai generali della logistica) e nella stagione propizia il morbo evapori (come l’esperienza insegna). Nell’attesa che Draghi sappia come riempire i vuoti di pressione, segnaliamo che l’ultimo miglio non è il Miglio verde dell’omonimo film. Là si andava verso il braccio della morte, qui verso la vita. Speriamo.                                                        di Antonio Padellaro