MAMMA MIA: COM’È SALATO IL CONTO DELLA DOLCE ATTESA

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di Mario GIORDANO tratto dal libro SCIACALLI – VIRUS, SALUTE E SOLDI

E la gravidanza? Ci avete fatto caso? Quanti esami si pagano oggi? Da evento naturale ad evento supermedicalizzato, com’è diventata salata la dolce attesa. Siamo davanti ad una situazione di grande emotività. Le future mamme sono vulnerabili emotive e di conseguenza “aggredibili” dal mercato della salute. Una volta quando s’incontrava una donna incinta si diceva “cerca di riposare”… E ora come si fa? Bisogna prepararsi per fare test genetico, l’amniocentesi, la villocentesi, la translucenza nucale, la curva glicemica… Nove mesi nelle mani dei medici. Esami che non sempre fanno bene ai feti e alle future mamme, ma a chi offre quegli esami sempre più cari. Pensiamo per esempio all’ecografia che ne basterebbero due nel corso della gravidanza. Le donne italiane ne fanno fino a 8. Se si pensa che mediamente nascono 450mila bambini in un anno, significa che si fanno minimo 3milioni di esami inutili con uno spreco di 300milioni di euro se consideriamo il costo unitario di un’ecografia pari a 100 euro. Pensando all’amniocentesi che è pagata dal Servizio sanitario nazionale per le donne a rischio, e quelle che non lo sono? Nessun problema. Ora ci sono esami meno invasivi, molto più chic, che hanno conquistato il mercato: dal 2015 solo il 20% delle donne che si sottoponevano siamo passati nel 2019 dove la percentuale è passata al 70%. Il costo varia tra i 500 e i 1200 euro a seconda di quello che si vuole indagare. I test si possono trovare anche su internet con la dicitura “se è preoccupata per il bambino e vuole essere rassicurata prenda in considerazione il test”. Allettano anche i kit per il prelievo che viene addirittura spedito anche a casa. Dopo una settimana arrivano gli esiti con pagamento pay pal. Ma i futuri genitori con il responso vanno il tilt. Faustina Lalatta fondatrice dell’Unità di genetica medica della Mangiagalli di Milano racconta sull’Avvenire: Emergono fattori di rischio che gettano le persone nell’angoscia senza motivo perchè rilevano problemi che non ci sono. E il parto?… Un business. Per quanto riguarda il parto cesareo l’ultimo rapporto dell’Agenas (giugno 2019), rileva una percentuale del 23% in Italia, ben al di sotto del 37% che nel 2004 aveva mobilitato l’attenzione pubblica. Però siamo ancora al di sopra della percentuale prevista dall’Organizzazione mondiale della Sanità che significa che ogni anno ci sono almeno 50mila parti cesarei di troppo facendo sprecare 50milioni alle casse pubbliche se si considera che ogni parto cesareo costa circa 1139 euro in più di rispetto a quello naturale. Le cliniche private arrivano ad incassare fino a 12/13mila euro per ogni parto cesareo. Perchè rinunciare al business?